Cile, Perù, Messico, Ecuador: sono quattro paesi meta di emigrazione italiana ancora esclusi dal sistema di tutela previdenziale in regime internazionale. Lo segnala il deputato del Pd eletto nella ripartizione America meridionale Fabio Porta che ha recentemente interrogato i ministeri del Lavoro e degli Esteri "denunciando – scrive Porta – la sospensione dell’attività dello Stato italiano tesa a garantire agli italiani residenti all’estero una adeguata tutela socio-previdenziale". Inoltre, prosegue il parlamentare eletto all’estero, "gli accordi stipulati con gli altri Paesi (in particolare quelli con Brasile e Argentina)" sono "oramai obsoleti e lacunosi nelle coperture soggettive (soggetti assicurati) e oggettive (benefici garantiti)".
Nella risposta della Farnesina, il sottosegretario agli Esteri Bruno Archi ha ribadito che "la difficile situazione congiunturale e l’inderogabile esigenza di contenimento della spesa pubblica spiegano le difficoltà momentanee di giungere alla ratifica o al rinnovo degli accordi bilaterali di sicurezza sociale. Il governo – prosegue Porta – tuttavia garantisce l’impegno, vista l’importanza delle relazioni bilaterali con l’America latina, a individuare soluzioni adeguate per promuovere la conclusione e la ratifica dei suddetti accordi", ma secondo il parlamentare "non è ovviamente solo una questione di soldi, mancano soprattutto interesse e volontà politica". "Eppure – spiega il deputato Pd -, nel caso specifico, i benefici che deriverebbero dalla vigenza di accordi internazionali aggiornati di sicurezza sociale sarebbero fruiti non solo da migliaia di lavoratori attualmente privi di copertura ma anche dalle imprese italiane interessate a evitare la doppia contribuzione per migliorare la propria competitività sul piano internazionale, e la stipula e il rinnovo degli accordi – a costi molto limitati – oltre a garantire una giusta tutela previdenziale rappresenterebbero un importante veicolo politico per il rafforzamento delle relazioni sociali, politiche ed economiche tra l’Italia e i Paesi dell’area latino americana. Continuerò la mia battaglia con l’auspicio che prima o poi – conclude Porta – ci sarà una inversione di marcia nelle politiche dello Stato italiano a favore delle nostre collettività residenti all’estero".
































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