Il partito democratico in Svizzera si è riunito in assemblea a Zurigo per discutere su alcuni temi d’attualità politica italiana e per avviare un percorso di lavoro programmatico sulle questioni, che interessano direttamente le comunità residenti fuori dal territorio nazionale.
Ai lavori hanno partecipato assieme ai dirigenti e militanti democratici impegnati in Svizzera, anche i parlamentari della ripartizione europea, il responsabile nazionale dell’organizzazione, Nico Stumpo, ed Eugenio Marino, titolare del dipartimento italiani nel mondo.
Ad una settimana di distanza dal primo turno delle votazioni amministrative, le valutazioni sullo stato della politica italiana e sulla necessità di varare presto un nuovo sistema costituzionale ed elettorale, hanno permesso a Nico Stumpo di entrare nel merito della riforma costituzionale e elettorale per spiegare le ragioni delle proposte avanzate dal Pd al fine di assicurare stabilità e governabilità al paese.
Al testo in discussione in questi giorni nella prima commissione affari costituzionali del Senato, conosciuto come bozza Violante – alla luce dei recenti risultati elettorali registrati nei comuni e nelle città italiane- il PD ha apportato delle modifiche sostanziali, che contemplano il superamento del porcellum, l’introduzione del doppio turno di collegio, le preferenze per la scelta dei candidati, la riduzione del numero dei parlamentari e lo sbarramento minimo per la rappresentanza in parlamento. La riforma, che contiene anche la riduzione del 33% della rappresentanza dei parlamentari eletti nella circoscrizione estero, oltre ad essere ritenuta ingiusta e punitiva, diversamente, dovrebbe spingere le aule parlamentari italiane ad interessarsi maggiormente delle comunità italiane all’estero e a conoscere i numerosi vantaggi in termini economici, culturali e sociali che ne derivano per l’Italia dalla loro esperienza, prima di recidere drasticamente il ruolo degli italiani all’estero nelle istituzioni nazionali.
L’assemblea nazionale del PD in Svizzera, pur consapevole dei motivi che oggi concorrono a determinare la riduzione degli eletti nel parlamento, ha espresso la sua contrarietà alla riduzione del numero dei suoi rappresentanti, in quanto l’attuale quota di 18 è già insufficiente a poter garantire la rappresentanza di oltre quattro milioni di cittadini e, se ridotta a 12 come si vocifera, rischierebbe di diventare un alibi per chi egoisticamente cerca di lucrare anche sulla rappresentanza di chi non ha altra voce per farsi ascoltare. L’assemblea ha espressamente deliberato la richiesta di sollecitare il partito nazionale a mantenere fede ai principi della sua rappresentanza politica, principi che hanno determinato la modifica degli articoli 48 e 56 della costituzione italiana.
L’Italia, a differenza di altri paesi, può fare leva sui suoi assets culturali per uscire dalla crisi che l’ha messa in ginocchio. Quindi, la cultura, in senso lato, oltre a rappresentare un volano della ripresa deve essere percepita come strumento naturale per promuovere il sistema Italia nel mondo. I numerosi ambiti in cui essa si manifesta devono essere potenziati anche con interventi finanziari adeguati e sufficienti per stare dentro il mercato globale della cultura. Anche le eccellenze, se non alimentate e curate, rischiano di segnare il passo. Questo è quanto sta succedendo nel mondo della formazione culturale e linguistica degli alunni italiani all’estero. I tagli lineari spropositati decisi dal governo di centrodestra negli ultimi tre anni, che hanno intaccato drasticamente le risorse finanziarie destinate agli enti scolastici per la promozione e il funzionamento dei corsi di lingua e cultura italiana, hanno inesorabilmente portato alla riduzione del numero degli alunni, alla chiusura di migliaia di corsi e al fallimento di diversi enti. L’assemblea del PD in Svizzera, a questo riguardo, chiede al governo un cambio di passo, ed a questo proposito ha messo a disposizione del PD mondo un documento che sarà discusso nei vari circoli all’estero. Per far fronte all’emergenza, invece, ha approvato un ordine del giorno, col quale chiede al partito nazionale un impegno straordinario per superarla e per far ripartire, nel nuovo anno scolastico, tutti i corsi di lingua e cultura italiana. Contestualmente il partito dovrà esercitare la propria prerogativa legislativa per superare le sussistenti differenze salariali e del diritto del lavoro presenti tra gli operatori attivi nel mondo della scuola all’estero, mettendo nella propria agenda questa questione al primo posto delle priorità.
Il rinnovo degli organismi di rappresentanza territoriale, altro argomento discusso dall’assemblea, non può più essere procrastinato in quanto il loro mandato ha superato di gran lunga i tempi massimi consentiti da un pur ragionevole impegno civico e politico. Inoltre il loro funzionamento è oramai venuto meno per l’insufficiente copertura finanziaria e per il logoramento degli eletti. Il PD in Svizzera sollecita il governo a mantenere l‘impegno assunto per rinnovare ii Comites e il CGIE entro la fine di quest’anno ed è contrario a qualsiasi forma di baratto sull’utilizzo delle risorse previste espressamente per lo svolgimento delle elezioni.
Da questo governo i democratici svizzeri si aspettano una maggiore considerazione verso le comunità italiane all’estero, perché mai come in questi ultimi anni hanno visto venir meno la presenza dell’Italia nei loro paesi d’insediamento. Al ripristino di alcuni servizi essenziali e di una rimodulazione sensata della rete consolare, i democratici svizzeri fanno valere il rispetto, da parte dell’Italia, dei principi di equità anche nella partecipazione al recupero dello stato delle tasse sugli immobili di proprietà che, per chi vive all’estero, sono ingiustamente catalogati come seconda casa e quindi soggetti ad una imposizione fiscale maggiorata. L’assemblea ha approvato un ordine del giorno che farà pervenire al responsabile nazionale del Pd per gli enti locali.
La nuova ondata di aria fresca che spira in Europa, dopo i successi dei partiti progressisti in Frncia ed in alcuni Länder della Germania, fa ben sperare in una ripresa del progetto politico di cui è fautore il partito democratico.
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