Si complica il caso dei marò che l’Italia ha ritenuto di non dovere rimandare in India dopo la loro “licenza elettorale”, nonostante il nostro Paese si fosse impegnato in questo senso. Il ministro degli Esteri indiano ha chiesto al nostro ambasciatore di "non lasciare il Paese" e resta in attesa della relazione sulla vicenda dei marò.
In particolare, tutti gli aeroporti indiani sono stati allertati per scongiurare che l’Ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Daniele Mancini, possa lasciare l’India. Secondo la comunicazione diramata dal ministero "le autorità per l’immigrazione sono state avvisate che Daniele Mancini non deve partire senza autorizzazione". Ieri, la Corte suprema indiana ha invitato Mancini a non lasciare il Paese e a fornire una spiegazione, entro il 18 marzo, sul mancato rientro in India dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori indiani.
La decisione della Corte suprema rischia di violare le norme diplomatiche che garantiscono la libertà di movimento degli Ambasciatori stranieri: l’articolo 29 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche afferma che i diplomatici non possono "essere soggetti a nessuna forma di arresto o detenzione". Tuttavia, un portavoce del ministero degli Esteri indiano ha sostenuto che "se l’agente diplomatico si sottomette di sua volontà alla giurisdizione di una corte, allora si applica la decisione della giustizia".
L’Ue, afferma da Bruxelles la portavoce dell’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Catherine Ashton, "prende nota delle discussioni in corso fra l’India e l’Italia" sulla crisi dei due marò del San Marco, e "continua a sperare che una soluzione accettabile per entrambe le parti possa essere conseguita attraverso il negoziato".
Oggi fra le altre cose la stampa indiana parla del giallo che avvolge il ritardo dell’insediamento del nuovo ambasciatore indiano in Italia che dallo scorso 29 gennaio avrebbe dovuto iniziare il suo lavoro nel nostro Paese. In particolare l’ambasciatore indiano avrebbe dovuto collaborare con l’Italia per dipanare la matassa che avvolge l’inchiesta sulle presunte mazzette date all’India per l’acquisto degli aerei F35. Secondo quanto si apprende nelle ultime ore, l’India starebbe proprio valutando l’ipotesi di ridimensionare la sua missione diplomatica in Italia in risposta alla crisi innescata dal rifiuto di Roma di far rientrare a Nuova Delhi i due fucilieri italiani accusati di aver ucciso due pescatori.
MARÒ: NAPOLITANO INCONTRA TERZI, SEVERINO E DI PAOLA Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questo pomeriggio al Quirinale i ministri degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, della Giustizia, Paola Severino, e della Difesa, Giampaolo Di Paola. "I tre ministri hanno ragguagliato il Capo dello Stato sugli sviluppi della vicenda dei due fucilieri di Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre – spiega il Colle in una nota -, e riferito che il Governo italiano si sta adoperando per una composizione amichevole con l’India sulla base del diritto internazionale, come espressamente auspicato anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon".
































Discussione su questo articolo