I marò italiani in India? Negli ultimi giorni sembrava che il governo guidato da Mario Monti se ne fosse totalmente dimenticato. E in parte è così: quali iniziative sono state messe in campo nelle ultime settimane? Il nulla assoluto.
Ora Giulio Terzi, ministro degli Esteri, a margine dell’Assemblea dell’Onu, spiega che l’Italia aspetta "con trepidazione" la sentenza della Corte suprema indiana sul Caso marò, ma "è fiduciosa".
Secondo il titolare della Farnesina l’Italia ha fatto di tutto "per presentare una posizione solida, giuridicamente ben fondata alla Corte Suprema indiana affinche’ si riconosca la giurisdizione italiana su due punti fondamentali, quello della liberta’ di navigazione e della sovranita’ dello Stato di appartenenza delle navi collegato alla bandiera che battono, nonche’ l’immunita’ funzionale dei militari impiegati in operazioni di pace e antipirateria".
La sentenza della Corte Suprema sul caso dei due Maro’ Salvatore Girone e Massimiliano Latorre era programmata per il 29 settembre ma sembra che potrebbe slittare. I nostri militari sono stati attratti con l’inganno nel posto di Kerana.
“Siamo fiduciosi su quello che dira’ la Corte – ha detto ancora Terzi – ma siamo altrettanto attenti a tutto quello che potremo fare qualora la decisione non andasse nel senso che ci aspettiamo".
"Non abbiamo bisogno di venire all’Assemblea Generale dell’Onu per far sapere all’India l’assoluta inammissibilità della situazione che si è creata a metà febbraio con il trattenimento, anzi l’inganno, dei nostri militari che svolgevano missioni di pace e di antipirateria", ha voluto sottolineare il capo della diplomazia italiana.
Il sottosegretario De Mistura ha aggiunto che l’Italia è “pronta a tutto, perché la dignità dei nostri soldati e del nostro Paese va ben oltre i sacrifici economici”. Vedremo.
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