L’inflazione a giugno risale al 3,3% spinta dagli aumenti dell’alimentare, in particolare della frutta. Accelerazioni che pesano sul carrello della spesa, rincarato del 4,4% velocizzando la corsa rispetto a maggio e allargando il divario con il livello generale dei prezzi. I dati definivi dell’Istat sull’inflazione, che confermano le stime di due settimane fa, allarmano i consumatori, che prevedono per quest’anno pesanti stangate sui bilanci delle famiglie. Insomma l’asticella dei prezzi resta alta: dopo il piccolo passo indietro di maggio, a giugno si e’ immediatamente riportata sui livelli precedenti. Ormai su sei mesi dell’anno gia’ trascorsi ben quattro hanno registrato un tasso del 3,3%.
Ecco che, fa sapere l’Istituto di statistica, l’inflazione acquisita per il 2012 e’ gia’ del 2,8%. A tenere un ritmo alto di crescita sono soprattutto i prodotti con alta frequenza d’acquisto, che rientrano nella lista della spesa quotidiana. A confronto con maggio i loro listini sono saliti di 0,2 punti percentuali, portando la forbice con il tasso d’inflazione a 1,1 punti.
Alcuni rincari risentono degli effetti stagionali, ovvero l’arrivo dell’estate: ecco che su base mensile la frutta fresca sale del 9,4%, i pacchetti vacanza nazionali del 10,6%, i traghetti dell’11,9%, i voli del 4%. Invece su altri rialzi pesano le imposte: e’ il caso dei tabacchi e degli alcolici.
Inoltre a giugno aumentano su base annua anche le bollette di luce (+16,2%) e gas (+13,8%). Mentre risultano in calo, almeno rispetto a maggio, i prezzi dei carburanti, che rallentano la loro corsa anche in termini tendenziali, pur conservando rialzi a doppia cifra (benzina +16% e gasolio +18,8%).
I consumatori vedono ‘nero’: per il Codacons il rincaro segnato a giugno dal carrello della spesa comportera’ un aumento di 642 euro annui per una famiglia di quattro persone; mentre secondo i calcoli di Federconsumatori e Adusbef la ricaduta complessiva sara’ di oltre 990 euro annui per nucleo. Da parte sua Confagricoltura fa notare che comunque il rialzo dei prezzi al consumo degli alimenti non lavorati resta sotto la soglia del 3% e quindi risulta inferiore al tasso d’inflazione.
All’Istat intanto prosegue lo stato di agitazione dei lavoratori che lamentano tagli al personale. La protesta e’ arrivata anche in sala stampa e l’uscita dei dati sui prezzi e’ stata ritardata. Probabilmente ci saranno altre manifestazioni di disagio nei prossimi giorni.
Discussione su questo articolo