"Credo che il futuro progetto europeo dipenda dalla nostra capacità di risolvere la grande questione del Mediterraneo con i suoi impatti migratori. Questo nesso non è chiaro né alle forze politiche né ai cittadini europei. Se non riusciremo a gestire il problema Mediterraneo in modo razionale il progetto europeo verrà travolto da partiti antieuropei". Con queste parole la vice ministro degli Esteri Marta Dassù si è espressa al convegno "Mediterraneo e migrazioni – Una nuova politica europea di pace, democrazia, sviluppo", che si è svolto oggi nella Sala della Regine a Montecitorio.
Tra i numeri ricordati nel corso dell’appuntamento quelli riguardanti il nostro Paese: nel 2013 sono stati 42.900 i migranti arrivati, 5.400 donne e quasi 10.000 minori.
"E’ vero che l’Italia è un Paese di transito e che in genere i migranti passano per l’Italia e tendono a stabilirsi in Svezia o nel Nord Europa, ma è vero che il Paese di primo impatto ha un impatto molto forte e quindi ci devono essere forme di politica migratoria comune superiori a quelle che esistono", ha proseguito la Dassù.
"L’Italia – ha aggiunto la vice ministro – ha fatto una serie di proposte ma siamo abbastanza delusi, non abbiamo fatto grandi passi in avanti. Ad accezione degli amici sloveni abbiamo avuto poca solidarietà". Secondo il ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, intervenuta nella sessione pomeridiana del dibattito, "bisogna avvicinarsi a un concetto di integrazione transnazionale, rafforzando il collegamento tra Paesi d’origine e di destinazione per una cogestione dei flussi. Serve una politica a doppio senso e non soltanto unidirezionale".
Per la Kyenge "la soluzione non è demandare ad altri la protezione delle frontiere ma una politica che metta insieme diversi Paesi: occorre rivedere gli accordi bilaterali, una revisione delle politiche europee di asilo, visti umanitari. Il nostro compito – ha concluso il ministro per l’Integrazione – è riuscire a portare durante questa campagna per le elezioni europee la lotta contro ogni forma di discriminazione, di xenofobia e di razzismo per riuscire a portare nei nostri giovani i valori fondanti dell’Europa".
































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