Condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione per frode fiscale, interdetto per 2 anni dai pubblici uffici, dichiarato incandidabile per effetto della legge anticorruzione da lui stesso votata, decaduto da senatore, privato del passaporto, affidato ai servizi sociali e obbligato dal giudice a rincasare prima delle 23, un anno e mezzo fa Silvio Berlusconi sembrava, politicamente parlando, un uomo finito.
In questi mesi qualcosa di importante deve essere quindi accaduto se oggi Silvio Berlusconi è di nuovo nelle condizioni di poter decidere sulla sopravvivenza di un governo, e perdipiù di un governo guidato dal segretario del Partito Democratico. E se avendo questo potere, lo usa non per affossare il governo ma per salvarlo.
Esito straordinario, considerando che in questo anno e mezzo non si è votato e quando lo si è fatto, per l’Europa o per le regionali, Berlusconi ha sempre perso.
L’altro ieri, in un passaggio cruciale per il destino della legge nuova elettorale e quindi del governo, i voti della maggioranza sono stati 132, contro i 145 necessari. Decisivo è stato dunque il sostegno dei senatori di Forza Italia. Il soccorso azzurro si ripeterà in futuro perché – come spiega il mattinale di Renato Brunetta – “Forza Italia ha mire un po’ più alte del panchinaro che entra in campo per infortunio del titolare”. Brunetta dà già appuntamento alla prossima partita, che riguarderà la modernizzazione del fisco, partita sospesa a furor di popolo quando si scoprì che in palio c’era anche una norma che sembrava fatta apposta per restituire a Berlusconi l’onore giudiziario perduto.
Avendo deciso di giocare insieme, i pattisti del Nazareno hanno naturalmente messo nel conto il rischio di traumatiche separazioni domestiche. Ma il gioco, sia per Renzi sia per Berlusconi, vale la candela.
*direttore 9colonne
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