“Il senatore Basilio Giordano, PdL, editore del ‘Cittadino Canadese’, prima (?) di entrare a Palazzo Madama nel 2008, diventa suo malgrado protagonista sul sito web de L’Espresso: l’articolo, firmato da Silvia Cerami, racconta di ‘fatture false e tirature gonfiate’ con l’ obiettivo di incassare maggiori contributi editoriali dallo Stato. L’Espresso pubblica addirittura le carte. Insomma, le trame di cui sono capaci certi personaggi senza vergogna sono un vero schifo: lasciatemi esprimere la rabbia che provo come italiano all’estero e come piccolo editore che si occupa ormai da tempo, attraverso il web, di informazione dedicata agli italiani nel mondo. Lo faccio anche a nome dei tanti connazionali con cui sono in contatto e che sono stanchi di vedere gettati dalla finestra soldi che servono solo ad arricchire approfittatori e disonesti”. Così Ricky Filosa, Coordinatore del Movimento Associativo Italiani all’Estero in Centro America, che prosegue: “Il caso di Giordano, ben conosciuto dagli addetti ai lavori ma mai sollevato con forza, almeno fino ad oggi, da una testata giornalistica nazionale, getta scure ombre su tutto il settore dell’editoria italiana oltre confine e, ancora una volta, sull’universo che riguarda gli italiani nel mondo. Ma è possibile che certi eletti all’estero si rendano protagonisti sulla stampa nazionale solo quando si tratta di imbrogli, ruberie, furbate varie se non reati veri e propri? Sono queste le persone che vogliamo rappresentino noi italiani all’estero in Parlamento?”.
Per Filosa “serve mettere mano al più presto alla legge che regola i contributi all’editoria, anche e soprattutto per quanto riguarda il mondo della carta stampata oltre confine. Mi auguro che il MAIE, nella legislatura che verrà, sappia imporsi come baluardo anche contro ogni tipo di falsificazione per ciò che riguarda i contributi ai giornali, che non possono e non devono più essere dati come vengono dati oggi. Anche la Fusie – la Federazione unitaria della stampa italiana all’estero – dovrà avere il coraggio di parlare chiaro, di non nascondere la polvere sotto il tappeto, ma anzi di essere in prima linea contro certi comportamenti e a favore di una legge sull’editoria più giusta e trasparente, che non consenta più ai vari impuniti di imbrogliare le carte. Il caso di Giordano e del ‘Cittadino Canadese’ – conclude il coordinatore MAIE – dà ragione a chi dice che all’estero, per ciò che riguarda certi giornali, ci vorrebbe la Guardia di Finanza ad indagare”.
































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