Niente ondata rosa, come nel 1981, quando la destra stordita dalla vittoria di Mitterrand non riusci’ un mese dopo ad evitare lo sbando delle sue truppe. Stavolta, lo slancio delle presidenziali garantira’ a Francois Hollande una maggioranza, questo e’ certo. Ma molto difficilmente sara’ quella assoluta e il presidente socialista dovra’ trattare con i Verdi, forse anche con i comunisti. E’ di nuovo tempo di elezioni in Francia, domani si vota per quello che in gergo viene definito ‘il terzo e quarto turno’ dopo i due delle presidenziali. Stavolta, considerando anche le primarie socialiste, si tratterebbe del quinto e sesto. Andranno a votare, dicono i sondaggi, 6 francesi su 10.
I sondaggi non si discostano molto dalla previsione generale che vede la destra vincente ma non trionfatrice, la destra che va alla sconfitta ma non alla disfatta,il Fronte nazionale che insegue uno o due seggi in Parlamento, un risultato contenuto sul piano numerico ma enorme per i danni che arrechera’, nelle sfide triangolari, alla destra Ump. Se sul piano dell’equilibrio politico il quadro che uscira’ dalle urne di domani e di domenica prossima, giorno del ballottaggio, oscillera’ fra limiti ben precisi, queste elezioni per rinnovare il parlamento sono cruciali per almeno sei ministri del governo, che – in base alle regole del premier Jean-Marc Ayrault – se perderanno dovranno dimettersi. A destra e al centro, gli sconfitti delle presidenziali, il rischio e’ quello di una pura e semplice scomparsa, un destino che potrebbe toccare a Francois Bayrou, l’uomo che del MoDem centrista che con il suo appoggio a Hollande ha molto contribuito alla sconfitta di Nicolas Sarkozy.
Altissima tensione a Henin-Beaumont, dove la sfida e’ quella del Fronte contro Fronte, quello di Gauche nella persona di Jean-Luc Melenchon, e quello Nazionale, con Marine Le Pen ai blocchi di partenza. Entrambi, in questo comune del nord della Francia, giocano a rischiatutto: il primo, se arrivera’ al ballottaggio, avra’ ottime speranze di avere partita vinta contro la Le Pen, ma la leader Fn avra’ molti piu’ voti di lui domani. Tutto dipendera’ dallo score del socialista Philippe Kemel: se Melenchon dovesse essere fatto fuori subito (ottenesse sotto il 12,5% necessario per andare al ballottaggio), dopo la delusione delle presidenziali sara’ difficile per lui riproporsi come rappresentante di una rifondazione comunista e delle istanze piu’ popolari. Se la Le Pen non ce la fara’ – e ancor peggio per lei se saranno eletti il controverso compagno di partito Cyril Collard o addirittura la nipotina Marion Le Pen – la leadership nel partito non sara’ piu’ indiscussa.
Nel governo, il rischio di una figuraccia (tocco’ ad Alain Juppe’ nel 2007: battuto a Bordeaux, dovette dire addio alla poltrona dell’Ecologia) e’ altissimo perche’ ben 25 dei 35 ministri di Hollande si presentano all’esame delle urne. Qualcuno ha preferito rinunciare allo scranno di Palais Bourbon, come le ministre Najat Vallaud-Belkacem e Christiane Taubira che, dopo la nomina, hanno avvertito che non si sarebbero candidate. Per alcuni dei contendenti il compito e’ piuttosto facile, per altri complicato, secondo la circoscrizione e i risultati ottenuti dalla sinistra alle presidenziali in quel seggio: a rischio Aurelie Filippetti (Cultura), Jerome Cahuzac (Bilancio), Marisol Touraine (Salute), Pierre Moscovici (Economia e finanze) e Sylvia Pinel (Commercio e turismo). Durissima, a sinistra, anche per altri personaggi non ministri, da Segolene Royal a Jack Lang, mentre segnata sembra la sorte di Bayrou, diventato per evidenti motivi l’uomo da abbattere per l’Ump: al contrario di precedenti occasioni in cui la destra ha desistito di fronte al centrista per lasciargli aperta la strada del Parlamento, stavolta manterra’ il suo candidato. E la sinistra? Niente gratitudine? Sembra di no, anzi, nella circoscrizione in oggetto, Pirenei Atlantici, la candidata della gauche e’ la favorita di un’eventuale triangolare.
Infine, la destra: occhi puntati soprattutto su Jean-Francois Cope’, il leader a tempo dell’Ump, uomo di Sarkozy al quale l’hanno giurata l’ex premier Francois Fillon e l’eterno Alain Juppe’, che sognano di sfilargli la poltrona. Cope’, ambizioso ma fin qui pochissimo vincente e convincente, rischierebbe moltissimo in una triangolare nella Seine-et-Marne, vicino a Parigi, dove gia’ perse dolorsamente nel 1997. Fra i big, il destino sembra segnato per l’ex ministro Xavier Bertrand e per la portavoce di Sarkozy di origini polacche Nathalie Kosciusko-Morizet. Pericolo dissolvenza in vista anche per altre ex ministre sarkozyste, da Nadine Morano a Rama Yade.
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