Nel 2012 sono state 89 le persone che sull’orlo del fallimento e schiacciate dai debiti hanno deciso di togliersi la vita: otto i suicidi in media al mese, mentre sono 48 i tentativi di suicidio. Una lunga lista di imprenditori, artigiani e disoccupati che, oppressi da gravi difficoltà economiche e soprattutto dalla paura di perdere la propria dignità, reputano la rinuncia alla vita una scelta "obbligata". E’ quanto emerge da un’analisi di Link Lab, il Laboratorio della ricerca socio-economica dell’Università Link Campus, che ha contato 86 uomini e 3 donne che l’anno scorso si sono tolti la vita.
Le vittime di suicidio hanno un’età media di 52 anni; la fascia di età maggiormente interessata è infatti quella che va dai 45 ai 54 anni (48,5%), seguita dalla fascia 55-64 anni (25%). I dati ancora una volta sottolineano le gravi difficoltà di un segmento della popolazione, quello dai 45 ai 64 anni, che raccoglie un significativo numero di imprenditori e artigiani che maggiormente soffrono la variabilità del mercato. In questa fascia ritroviamo inoltre i cosiddetti esodati, ovvero i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro ma non ancora in possesso dei requisiti per accedere al trattamento pensionistico e, in generale, tutti quei disoccupati per i quali il reinserimento lavorativo si rende difficoltoso.
L’area geografica maggiormente colpita dal fenomeno è il Nord con 39 suicidi (oltre il 40%), di cui 27 nel solo Nord-Est (30% del totale); seguono, nella triste classifica, il Centro (25,8%), le Isole (15,7%) e il Sud (14,6%). Il primato fra le regioni spetta al Veneto con 23 suicidi nel corso del 2012, il 25,8% del totale; a seguire la Campania con 11 suicidi, la Sicilia con 9 e la Puglia con 7.
La categoria maggiormente colpita e’ quella degli imprenditori e degli artigiani (in tutto 49, il 55% dei suicidi). Seguono o disoccupati (31,5%), mentre molto esigua e’ la percentuale di suicidi segnalati tra i lavoratori dipendenti (7,9%) e i pensionati (5,6%). Le gravi difficoltà economiche e finanziarie appaiono la motivazione prevalente tra quanti hanno deciso di togliersi la vita; il 49,4% dei suicidi dall’inizio dell’anno è stato determinato dalla incapacità delle vittime di fronteggiare la precaria situazione economica personale, della famiglia, della propria azienda o attività commerciale. La perdita del posto di lavoro rappresenta la seconda motivazione che ha spinto 25 persone al suicidio (28,1%); seguono ancora la difficoltà di saldare i debiti verso l’erario (14,6%) ed infine il ritardo dei pagamenti da parte dei committenti (7,9%).
































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