Cresce sulle agenzia di stampa il dibattito che riguarda il restauro del Colosseo da parte di Tod’s, l’azienda di Diego Della Valle. Per qualcuno la generosità di Tod’s avrebbe a che fare con uno "sfruttamento commerciale", ma l’azienda interessate respinge ogni critica: "è un fatto che non esiste e assolutamente contrario, per quanto ci riguarda, allo spirito dell’iniziativa". "Sul punto – spiega Tod’s – si è fatta chiarezza fin dall’inizio". Infine, "in ottemperanza a quanto previsto dall’accordo – conclude il gruppo di Della Valle – abbiamo già provveduto a depositare una fideiussione di oltre 10 milioni di euro a garanzia del pagamento della prima tranche dei lavori di restauro. Sono soldi – conclude il gruppo – che ci auguriamo vengano impiegati quanto prima per restaurare un monumento che rappresenta l’Italia nel mondo e che ne ha tanto bisogno".
Oggi l’Antitrust ha ‘bocciato’ l’affidamento dei lavori di restauro del Colosseo alla Tod’s, evidenziando una serie di distorsioni della concorrenza all’interno dell’accordo. La società, intervenendo sui rilievi mossi dall’Antitrust alla procedura seguita dal commissario delegato per la realizzazione degli interventi urgenti nelle aree archeologiche di Roma e Ostia antica in occasione della conclusione del contratto di sponsorizzazione per il restauro del Colosseo, "pur essendo del tutto estranea alla vicenda e a cui non è stato rivolto alcun rilievo" tiene a precisare che il comportamento tenuto dal commissario delegato e dalle autorità che hanno partecipato alla definizione dell’accordo "è stato nei confronti del gruppo Tod’s di assoluta chiarezza e correttezza".
Insomma, in Italia è difficile persino prendere la decisione di restaurare il Colosseo. Roba da non credere. Nel frattempo c’è chi con ironia, ma nemmeno tanto, commenta: più si perderà tempo a discutere, più il Colosseo rimarrà in condizioni pietose. Con il rischio che possa crollare da un momento all’altro. Beh, speriamo di no.
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