La seconda giornata in rossonero di Mario Balotelli si e’ conclusa con l’attesissima conferenza stampa. Ben 130 giornalisti accreditati, tanti inglesi, molti inviati di politica. Super Mario e’ un fenomeno mediatico a tutti gli effetti, e il Milan questo lo sa bene. Lo ha capito Adriano Galliani, che voleva riportare l’entusiasmo dei tifosi alle stelle, riempire di nuovo lo stadio, alzare il tasso tecnico della rosa. Tutti obiettivi che con un giocatore del genere puoi raggiungere tranquillamente. L’amministratore delegato rossonero e’ contento, ma ancor di piu’ stanco. Un mercato, questo di gennaio, che lo ha visto lavorare alacremente giorno e notte per dare ad Allegri una squadra in grado di ambire a quel terzo posto, obiettivo stagionale. La conferenza si apre con un video omaggio, immagini e reti del Mario nazionale e non solo. Ci sono anche alcune istantanee con lui in maglia Milan, non sul campo, ma in un bar con Valerio Staffelli di "Striscia la Notizia". Un amore che era destinato a sbocciare. Lo stesso Galliani sorride nel ripercorrere le ultime tappe di questa trattativa: "Trattativa lunga e complessa, ci abbiamo messo molto tempo. Ringrazio tutti gli agenti e gli emissari che ci hanno permesso di centrare l’obiettivo. Una delle trattative piu’ complicate dei miei 27 anni al Milan. Le vendite della maglietta di Balotelli raggiungono numeri che solo Ronaldinho aveva avvicinato nella prima settimana". Il lato imprenditoriale della dirigenza rossonera viene a galla puntualmente, perche’ dietro a un’operazione del genere ci sono mille input e tante motivazioni.
Il ragazzo e’ emozionato, ma camuffa molto bene sotto una sguardo fisso e un abito istituzionale che in futuro indossera’ solamente in occasioni ufficiali: "Questa maglia non e’ un peso per me, e’ un onore. Era tanto tempo che volevo giocare qui. Se spero di diventare uomo? Sono gia’ uomo, spero di rimanere qui a lungo".
Mario sembra indispettito verso quella parte di stampa che preferisce trattare argomenti extracalcistici. Ora vorrebbe un po’ piu’ di tranquillita’ e sicurezza. Per questo motivo e’ tornato a casa, nella sua squadra del cuore: "Tornare a Milano e’ stato importantissimo, cosi’ sono vicino alla famiglia e agli amici. Giocare qui e’ sempre stato il mio sogno, ma non voglio fare troppi proclami, ora voglio scendere in campo". Confida di stare bene, di essere pronto per giocare, segnare ed esultare. Anche contro la sua ex squadra, l’Inter: "Se segno nel derby esulto. Nessuno puo’ dire niente della mia scelta. Mi fischieranno ma ci sta nel calcio: se c’e’ stato qualcosa tra me e loro, si e’ chiuso quando ancora ero all’Inter. In nerazzurro ho vinto, ma non giocavo molto. Qui voglio vincere da protagonista, e sono arrivato al Milan nel mio momento migliore". Balotellate e politica. Due argomenti che durante la conferenza vengono brillantemente sviati da Balotelli e affrontati a muso duro da Galliani, che veste i panni del tutore, se non del padre in difesa del figlio. Il tema "mela marcia" introdotto quasi un mese fa da Silvio Berlusconi suscita indifferenza in Balotelli: "In Inghilterra non era arrivata questa voce ma mi hanno riferito che si era scusato. Nessun problema".
Ma Galliani fulmina con lo sguardo la coraggiosa giornalista e ribatte: "Intervengo io, il presidente non si e’ scusato ma ha precisato di non averlo mai detto". Difficile credere a questa versione, mentre la bagarre dialettica tra i due prosegue per qualche secondo. Balotelli sembra nostalgico della Premier League ("campionato piu’ divertente e affascinante"), non della stampa inglese e della vita britannica. Ammette che il tempo, il cibo e la guida a destra lo hanno convinto a tornare in Italia, ma non solo. Il ragazzo sembra avere il dente avvelenato con i tabloid e i giornali scandalistici, a detta di Galliani, peggiori di quelli italiani. Balotelli, dopo aver rifiutato una domanda di un cronista del "The Sun", reo di aver perseguitato il giocatore e aver scritto falsita’ sul suo conto, risponde cosi’ alle numerose domane sulla sua condotta fuori dal campo: "Non le conosco le balotellate. Le conoscete voi, non io". E Galliani gli tende la mano: "Sono sicuro che non dovro’ preoccuparmene". Ottimismo per un ragazzo di animo buono, ma con una reputazione da riguadagnare. Mario tocca tanti altri temi: nazionale, con la felicita’ di Prandelli, il razzismo, secondo lui duro da sconfiggere. Ma quello che lo ha stupito di piu’, e’ stata l’accoglienza dei tifosi: "Non me l’aspettavo, ero sorpreso ed emozionato". Questo e’ quello che vogliono sentire i tifosi: "Essere qui e’ un sogno che diventa realta’". Poco importa se non vota Berlusconi e nessun altro leader, se non si interessa di politica. Il calcio per fortuna ne rimane ancora fuori.
































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