Il Cdm di domani e’ chiamato a sbloccare 40 miliardi per pagare la prima tranche dei debiti della P.a. E se ci sara’ l’ok la procedura dei pagamenti sara’ veloce. I primi soldi dovrebbero arrivare entro meta’ maggio. Un ‘assegno’ totale da 40 miliardi che dovra’ pero’ essere ‘firmato’ anche dalla Commissione Ue. Ma l’Italia, almeno stando all’ultima bozza del decreto di ingresso circolata oggi, si impegna ad un controllo serrato. Sia di come verranno spesi i soldi (in termini di rimborsi) sia a fare in modo che il deficit resti fermo sotto il 3%. In caso di sforamento sono previsti dal decreto ‘interventi d’urgenza’ che nel gergo dei conti pubblici vogliono dire manovra correttiva.
Intanto anche l’Ocse, dopo la Bce sprona l’Italia: ‘l’uso del deficit per restituire soldi arretrati dalla pubblica amministrazione alle imprese e’ molto importante perche’ e’ uno stimolo diretto all’attivita’ economica e perche’ evita che tantissime imprese sane escano dal mercato per problemi di liquidita”. Ma c’e sempre da fare i conti con l’Ue che ha gia’ avvertito: nessun assegno in bianco. Tecnicamente i 40 miliardi arriverebbero nei prossimi 2 anni (nei prossimi 12 mesi dice il sottosegretario Carlo De Vincenti) ed e’ previsto un meccanismo per monitorare tutti i debiti delle P.a. (si parla di oltre 100 miliardi ormai). I pagamenti verrebbero accelerati grazie anche all’impiego della Cdp e ci sarebbe un meccanismo di controllo ‘multiplo’ per evitare sforamenti e pagamenti errati. Per la copertura si ricorrerebbe ad emissioni di titoli e si conferma (come in bozze gia’ circolate dopo la prima) che non ci sara’ interventi sulle addizionali Irpef regionali. Ipotesi ‘mai stata sul tavolo del Governo’ dice De Vincenti. Dunque ne’ aumento ne’ anticipo come promesso dal ministro all’Economia, Vittorio Grilli. Ma ci sono clausole di sicurezza: ad esempio si prevede che i maggiori interessi sul debito che verra’ emesso per finanziare i debiti della P.A. saranno pagati con ‘corrispondente riduzione lineare’ delle spese rimodulabili dei ministeri, escluso il fondo Sviluppo e Coesione.
Infine il passaggio che fa tornare alla mente il rischio di manovra correttiva: il Tesoro vigilera’ sul pagamento dei debiti della P.a. e, nel caso in cui ci fosse un ‘sforamento’ sull’indebitamento, e’ pronto a intervenire o con un taglio della spesa prevista oppure con ‘l’adozione di provvedimenti correttivi urgenti’. Un’ultima ratio dunque anche se De Vincenti dice ‘escludiamo una manovra correttiva’ ma il processo della spending review ‘va portato avanti’, cioe’ se serviranno nuovi fondi si potra’ agire con nuovi tagli. Se ci sara’ il via libera del Cdm domani la procedura dovrebbe andare abbastanza spedita e – dice sempre De Vincenti – ‘i primi soldi saranno erogati molto presto ed entro meta’ maggio ci saranno le autorizzazioni per attingere alle anticipazioni’. Poi come si fara’ a restituire gli ulteriori 60 miliardi si vedra’ in seguito.
































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