Pietro Grasso, 68 anni, procuratore nazionale Antimafia, e’ il nuovo presidente del Senato. Il senatore del Pd ha vinto il ballottaggio contro Renato Schifani. Nell’Aula del Senato e’ scattato un applauso per il nuovo presidente.
I votanti al ballottaggio sono stati 313. Grasso ha ottenuto 137 voti, Schifani 117, le schede bianche sono state 52, le nulle 7.
Nell’aula di Palazzo Madama, durante l’elezione del presidente del Senato, lo spoglio è andato avanti speditamente. Diversi senatori hanno tenuto il conto dei voti, tra cui Elisabetta Alberti Casellati. Silvio Berlusconi continuava a togliersi e mettersi gli occhiali da sole. Pienone nell’emiciclo. Durante lo spoglio, due voti sono andati a Orellana del M5S: sebbene si tratti di voti nulli, il presidente provvisorio Emilio Colombo ha comunque dato conto all’Assemblea del contenuto, destando un brusio soprattutto tra i senatori grillini. Nell’aula durante lo spoglio non erano presenti nè Piero Grasso nè Renato Schifani.
LA SCHEDA Siciliano, nato a Licata nel 1945, viene dalla carriera in magistratura, nel cui ambito si è spesso occupato di criminalità fino ad assumere nel 2005 l’incarico di procuratore nazionale antimafia. Nel 1980, da procuratore del Tribunale di Palermo, si è occupato delle indagini sull’omicidio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella.
Prende parte come giudice a latere del maxiprocesso del 1987, che vede imputati 475 presunti membri di Cosa Nostra e che porta all’emissione di 19 condanne di ergastolo e un totale di oltre 2600 anni di carcere. E’ stato consigliere alla Direzione affari penali del ministero di Grazia e giustizia con il ministro socialista Claudio Martelli e componente della Commissione centrale per i pentiti, per poi essere nominato procuratore aggiunto presso la Direzione nazionale antimafia delle Procure di Palermo e Firenze per coordinare le inchieste sulle stragi del 1992 e del 1993. Tornato a Palermo, continua la lotta contro le mafie fino al 2005, anno in cui assume l’incarico a livello nazionale: tra i risultati più importanti la cattura, nel 2006, del latitante Bernardo Provenzano. In seguito alla chiusura anticipata della scorsa legislatura presenta al Csm richieste di aspettativa per candidarsi come capolista al Senato nel Lazio per il Partito democratico. Nel suo profilo ufficiale sul sito del Pd per la campagna elettorale si dichiarava "certo di poter dare il mio contributo al rilancio di temi importanti come la situazione delle carceri, la lotta alla criminalità organizzata, la difesa della legalità, la sicurezza dei cittadini e la riforma della Giustizia".
































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