Rischia sino a 10 anni di prigione il blogger anti Putin Alexiei Navalni, che dopodomani andra’ alla sbarra nella sonnolenta e lontana Kirov (mille km a est di Mosca) per un presunto ‘furto’ di legname. Un processo ‘politico’, accusano in molti, per mettere a tacere il giovane e sempre piu’ popolare leader dell’opposizione di piazza che ha osato sfidare Putin, etichettare la sua Russia Unita come ‘il partito dei ladri e dei truffatori’ e denunciare la corruzione del suo entourage. Persino Mikhail Prokhorov, ex candidato presidenziale vicino al Cremlino, ha bollato il processo come ‘indegno’ di uno Stato di diritto. Sara’ quindi un ennesimo banco di prova per la sempre piu’ politicizzata giustizia russa, dopo l’accanimento giudiziario contro l’ex patron di Yukos e nemico di Putin Mikhail Khodorkovski, la condanna esemplare alle Pussy Riot per la loro provocatoria preghiera punk contro il leader del Cremlino nella cattedrale ortodossa di Mosca e il kafkiano processo postumo all’avvocato anti corruzione Serghiei Magnitski.
Navalni e’ accusato di appropriazione indebita su larga scala ai danni di una ditta locale di legname, la Kirovles, tra il maggio e il settembre 2009. Secondo la procura, l’avvocato blogger, che all’epoca lavorava come consulente del governatore della regione di Kirov Nikita Belikh, avrebbe orchestrato la sottrazione di oltre 10 mila metri cubi di legname con un danno per le casse della regione pari a 400 mila euro. ‘Tutta questa faccenda e’ stata fabbricata dai funzionari del comitato d’indagine russo sotto gli ordini di Vladimir Putin’, ha sostenuto Navalni, che ha pubblicato on line tutti gli atti dell’accusa e il curriculum del suo giudice, un magistrato che ha all’attivo 130 condanne su 130 sentenze.
Sul blogger pendono peraltro altre tre inchieste: per appropriazione indebita di 2,5 milioni di euro del disciolto partito dell’Unione delle forze di destra, per frode e riciclaggio – insieme al fratello Oleg – ai danni delle poste russe e per usurpazione del titolo di avvocato tramite false informazioni. Navalni assicura che non vuole auto esiliarsi all’estero, come hanno fatto alcuni nemici di Putin, e si dice pronto ad andare in galera, ipotesi prevista da quasi tutti i media russi. Ma per escluderlo dalla competizione politica bastera’ anche una eventuale condanna con la condizionale, che gli impedirebbe di candidarsi. Proprio alla vigilia del processo, il blogger ha tentato di politicizzare il processo, annunciando di voler diventare presidente e chiedendo la registrazione del suo partito, il Fronte popolare. Gli e’ venuto in aiuto con una gaffe imbarazzante Vladimir Markin, portavoce del comitato investigativo: in un’intervista dei giorni scorsi ha ammesso che ‘se una persona prende in giro le autorita’, beh, allora ci si interessa maggiormente al suo passato e il procedimento per sbugiardarlo naturalmente diventa piu’ veloce’. ‘Perche’ qualche manifestante dovrebbe avere l’immunita’? Perche’ l’Occidente lo protegge? Questo sarebbe possibile in un Paese debole, ma non in Russia. Noi siamo una potenza mondiale’, ha maldestramente aggiunto.
































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