A dispetto della notte in cui languono i nostri politici sempre pronti allo sfascio, quelli scornati per la fine del loro potere e quelli ansiosi di conquistarlo, quelli sguaiati e rissosi e quelli semplicemente odiosi, Giorgio Napolitano, il nostro Presidente della Repubblica, nonostante gli anni che pesano, e forse proprio per gli anni che pesano, rappresenta per gli italiani di buon senso e di buona volontà quel che resta del giorno…
Quel buon giorno che ha segnato il tempo della ricostruzione morale e civile nel periodo postbellico, il tempo del boom economico degli anni sessanta, il tempo in cui l’Italia, da Paese da lasciare, si trasformava in Paese da sognare, il tempo in cui ci sentivamo parte di un tutto e nelle nostre battaglie personali sapevamo di lottare per il progredire di un’intera nazione.
Dov’è finito quel tempo? Quando abbiamo smesso di sentirci orgogliosi del nostro talento e sicuri di farcela di fronte alle difficoltà? Napolitano si è rivolto a tutti noi, ha saputo ascoltare le parole di chi soffre e farne tesoro e incentivo al tempo stesso, non ha nascosto la fatica del suo compito e ha confermato la sua determinazione a salvare il Paese dal declino,"finchè le forze glielo consentiranno".
Abbiamo visto in lui un vero uomo di Stato. Spariscano nella notte i profeti di sventure e i grilli sparlanti presuntuosi e prepotenti. Buongiorno, Italia! L’anno vecchio porti via con sè tutte le amarezze, le sconfitte, le delusioni, le inutili recriminazioni; l’anno nuovo ci regali il coraggio della volontà e la forza delle idee, ci restituisca la consapevolezza dei doni da ritrovare e da coltivare, della nostra antica bellezza e della comune appartenenza. Senza piagnistei e isterismi di piazza. Buongiorno, Italia!
































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