Il "massimo impegno dell’Onu" per una vicenda che ha sempre piu’ un "carattere internazionale". In una "cordiale" telefonata con Ban ki-moon, il premier Matteo Renzi incassa l’appoggio del segretario generale delle Nazioni Unite, l’unico interlocutore internazionale che fino ad ora aveva mostrato una certa freddezza sul caso, parlando di "dossier bilaterale". Salvo poi ammorbidire la posizione assicurando all’ex ministro Emma Bonino un intervento sull’India.
Ora quel "massimo impegno" citato nella nota di palazzo Chigi diventa una marcia in piu’ sulla strada dell’internazionalizzazione della vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ribadita anche oggi dal ministro degli Esteri Federica Mogherini nel suo primo intervento al Senato. Con Ban ki-moon Renzi ha parlato "dell’arbitraria detenzione in India dei due fucilieri", ribadendo "l’aspettativa che le Nazioni Unite possano contribuire a una soluzione della questione". Aspettativa ripagata da Ban, che ha assicurato l’impegno dell’Onu, consapevole anche delle "implicazioni" che puo’ avere "sulle operazioni di contrasto alla pirateria condotte dalla comunita’ internazionale".
Insomma, dopo l’appoggio dell’Ue e della Nato (ribadito al ministro della Difesa Roberta Pinotti nella ministeriale di Bruxelles), e forse anche grazie all’intervento dell’Alto rappresentante esteri Catherine Ashton che due settimane fa ha incontrato Ban al Palazzo di Vetro, arriva ora per l’Italia anche il sostegno dell’Onu. Rafforzando cosi’ l’auspicio che l’India, dopo due anni di rinvii, acceleri finalmente i tempi per una soluzione della vicenda che, come ha ammesso il sottosegretario agli Esteri indiana Sujatha Singhoggi, "ha complicato le nostre relazioni con l’Italia". Il governo Renzi, come ha confermato anche la Mogherini al Senato, punta sulla continuita’, dopo l’accelerazione impressa dall’esecutivo Letta, ma alla maniera dell’ex sindaco: mettendoci la faccia in prima persona. Per questo il premier si e’ subito speso in prima persona, chiamando i maro’ appena ottenuto l’incarico, incontrando le mogli ieri prima della fiducia e chiamando, appena assunti i ‘pieni poteri’, l’interlocutore che per il momento aveva mostrato piu’ ritrosia ad intervenire apertamente.
"La via che seguiamo sul caso maro’ – ha detto la titolare della Farnesina al Senato – e’ la stessa del precedente Governo ed e’ quella dell’internazionalizzazione della vicenda. Una via che richiede un profilo di responsabilita’ massima in questa fase che e’ delicata". Per questo l’esecutivo vuole evitare, al momento, le polemiche sulle responsabilita’ passate e concentrarsi sul modo piu’ rapido per riportare in Italia i due fucilieri. "Tutti gli aspetti della responsabilita’ – ha detto la Mogherini – sono temi che non credo si possano affrontare se non dopo la soluzione del caso". Quel che e’ certo e’ che due anni di rinvii senza neppure un capo d’accusa iniziano a far storcere il naso anche all’opinione pubblica indiana, come dimostra il duro attacco comparso oggi sul quotidiano The Pioneer di Delhi. Le indecisioni del governo sulla gestione del caso, si legge, "hanno compromesso la posizione dell’India a livello internazionale, danneggiato le relazioni con un Paese amico e bloccato il corso della giustizia nazionale". "L’argomento che i maro’ dovrebbero essere autorizzati a tornare in Italia visto che il governo deve ancora presentare i capi di accusa nei loro confronti sta sfortunatamente acquistando forza", osserva il giornale.
































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