Roma – “Sono in Parlamento per farmi i cazzi miei. A me che importa? Io sto qui per prendermi la pensione”. Parola di Antonio Razzi, il non-onorevole deputato eletto all’estero con l’Italia dei Valori e poi passato “a miglior vita”, nel senso che si è trasformato nel suo alter ego berlusconiano salvando il governo del Cavaliere, allora premier. Sicuramente molti tra quelli che stanno leggendo ricorderanno le frasi di Razzi (e, per chi le avesse dimenticate, consigliamo vivamente il video pubblicato in questa pagina). Bene, preparatevi a pagare nuovamente lo stipendio ad Antonio Razzi perché il Pdl lo ha ritenuto meritevole di una candidatura in Abruzzo per il Senato.
Razzi senatore? Chi da sempre segue il nostro giornale e chi conosce il mondo degli italiani all’estero sa benissimo quanto questa notizia sia assurda e incommentabile, quanto sia vergognoso candidare una persona che si è più volte palesata come totalmente disinteressata all’interesse pubblico e quello della circoscrizione estero che, pure, per ben due volte lo ha miracolato portandolo in Parlamento. Miracolato è il termine esatto dal momento che, come è noto a chi vive al di fuori dei confini nazionali, Razzi è stato eletto alla Camera con circa 3mila preferenze. “Non me l’aspettavo nemmeno io” ha più volte ripetuto il non-onorevole.
Ecco, non ce l’aspettavamo nemmeno noi. Non ci aspettavamo di ritrovarcelo al Senato, anche se è stato ingenuo pensare che il Pdl non ricompensasse il suo benefattore. Non ci aspettavamo di ritrovarcelo di nuovo stipendiato dalle nostre tasche nonostante la povertà interiore manifestata dalla sua stessa misera ammissione, “sono in Parlamento per farmi i cazzi miei”.
Non ci aspettavamo di veder tornare Antonio Razzi alle luci della ribalta. E con lui Domenico Scilipoti, parcheggiato in una più accodante Calabria, regione meno pericolosa dell’Abruzzo dove il presidente pidiellino Chiodi aveva minacciato le dimissioni in seguito ai primi rumors sulle candidature. Certo, in queste ore tutti si affannano a parlare di liste pulite, manifestando stupore per l’esclusione dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino.
Nel Pdl si passa quindi dalla “puzza di camorra” coniata da Nichi Vendola all’odore di ‘marchette’ onnipresente tra i rossi scranni dove si decidono le nostre sorti. Quali tasse dovrò pagare il prossimo anno? Quanto della mia busta paga andrà allo Stato? Come sarà organizzata l’istruzione pubblica? Quanti soldi verranno destinati alla ricerca scientifica? Cari signori, tutto questo sarà deciso da Razzi e Scilipoti.
In lista non mancano altri nomi che attendevano da mesi la giusta ricompensa. Ad esempio Bruno Archi, in corsa per la Camera nella lista Piemonte 1. Il nome non vi dice nulla? Archi, invece, ha una buona memoria, tale da consentirgli di testimoniare al processo Ruby in favore di Berlusconi raccontando ai giudici che, effettivamente, l’ex premier aveva parlato della ragazza con Mubarak credendo che fossero parenti.
Come non notare, inoltre, quello che tutti aspettavano dal giorno delle sue dimissioni, Renata Polverini in corsa per la Camera. Come non ricompensare, infine, anche Catia Polidori, passata rapidamente dal Pdl al Fli per poi tornare al Pdl nei giorni della crisi. E ritrovarsi, oggi, candidata in Veneto in lista per la Camera. Ma, si sa, la velocità è tutto.
In questo valzer di nomi emergono molte note stonate. La prima è rappresentata, per noi, dalla candidatura di Razzi che colpisce alle spalle i tanti italiani all’estero, impegnati ogni giorno a lavorare per migliorare l’immagine dell’Italia. Il Pdl caccia Cosentino e parla di liste pulite, mette in scena la solita fiction fatta di colpi di scena e nessun senso di colpa per i tanti danni fatti a questo paese. Meditate italiani, meditate, prima di votare nuovamente per il caro Silvio. Questa volta, insieme a “nani e ballerine”, vi ritroverete anche Razzi e Scilipoti.
































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