Sembrava soltanto una remota possibilità, ma ora non lo è più così tanto. L’Isis conquista Sirte ed è solo a un passo dall’Europa. La minaccia terroristica è ormai “a poche ore di navigazione dall’Italia, non la possiamo sottovalutare”, ha confermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Solo “200 miglia marine”, circa 370 chilometri, separano i combattenti dell’Isis dal nostro Paese, ha sottolineato.
Con la caduta di Sirte nelle mani del Califfo nero, la Libia è un Paese sempre più fuori controllo, con una crescente presenza di organizzazioni terroristiche e “un mix perfetto di armi, assenza di strutture dello Stato, terre e confini marittimi incontrollati, passaggio di profughi e migranti, risorse naturali e finanziarie, divisioni”.
Il premier Matteo Renzi: “C’è un’emergenza Libia. L’Italia è pronta a fare ancora di più, ma quella libica a fianco di quella ucraina è un’emergenza europea”. Una situazione che preoccupa l’Occidente e deve riguardare l’intera Europa. L’allerta, ovviamente, è alta anche e soprattutto in Italia: l’ambasciata italiana in Libia ha fatto un “pressante invito ai connazionali a non recarsi in Libia e a quelli tuttora presenti a lasciare temporaneamente il Paese”.
LA BATTAGLIA CONTINUA Intanto in Libia la battaglia continua. In Libia uomini armati fedeli al gruppo dello Stato islamico hanno chiesto alle milizie locali di lasciare la città di Sirte entro domani. Ieri i militanti hanno anche preso il controllo di due stazioni radio di Sirte, "Voce libera" e "Radio Mikdashi," trasmettendo versi del Corano e discorsi del capo dello Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi e del portavoce del gruppo, Abu Mohammed al-Adnani. Aerei da guerra dell’esercito nazionale libico hanno anche lanciato diversi attacchi aerei contro i militanti dello Stato, ma non è stato immediatamente reso noto il numero delle vittime.
L’ITALIA NEL MIRINO L’emittente radiofonica dello Stato islamico "al Bayan", che ogni giorno trasmette dalla citta’ irachena di Mosul un notiziario pubblicato su Youtube, ha riportato le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, sulla Libia definendolo, successivamente, "il ministro degli Esteri dell’Italia crociata". Il messaggio e’ un evidente riferimento alle dichiarazioni rilasciate ieri da Gentiloni, che aveva espresso la disponibilita’ dell’Italia a partecipare e guidare una forza Onu contro lo Stato islamico.
CONQUISTATI EDIFICI PUBBLICI E OSPEDALI Oltre alla stazione radio di Sirte, conquistata ieri, i jihadisti sunniti di Isis hanno assunto il controllo oggi anche degli edifici pubblici della citta’ e della sede della tv di Stato. Uomini armati hanno obbligato gli impiegati governativi a lasciare gli edifici dopo aver fatto irruzione nelle strutture. Non c’e’ la momento notizia di scontri o vittime.
A Sirte l’Isis ha anche preso possesso dell’ospedale "Ibn Sina". Un "convoglio militare" con bandiere dello Stato islamico ha circondato l’ospedale difeso dalle milizie islamiche del "Central Libya Shield" che hanno ottenuto lo sgombero del nosocomio. I pazienti sono stati portati a Misurata, dove e’ basata la milizia, e sull’edificio sventolerebbe ora la bandiera nera dello Stato islamico.
SCONTRI A IMPIANTO PETROLIFERO "Violenti scontri" fra guardie di impianti petroliferi e "gruppi armati appartenenti all’Isis" sono stati segnalati attorno al giacimento di Al Bahy, a sud-ovest del terminal costiero di Sidra (nel centro del Golfo della Sirte). Lo ha riferito un anonimo ufficiale delle Guardie petrolifere, precisando che l’attacco dell’Isis e’ iniziato ieri sera e proseguiva ancora stamattina. I jihadisti attaccano l’impianto da tre lati, anche a colpi di mortaio. Sono andate a fuoco "cisterne di greggio". I dipendenti dell’impianto di estrazione sono stati evacuati, aggiungono le fonti.
LA LEGA, “MANDIAMO L’ESERCITO A LAMPEDUSA” "La situazione in Libia, di cui da 10 mesi stiamo chiedendo al governo piu’ attenzione per il pericolo di espansione dell’Isis, obbliga il nostro governo a proteggere Lampedusa e Pantelleria con l’invio di battaglioni specializzati nella lotta al terrorismo e la Marina a schierare le fregate a protezione delle acque territoriali". Lo chiede Sergio Divina (Lega nord), vicepresidente della commissione Difesa del Senato.
































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