Continua a tenere banco la questione legata alla decadenza da parlamentare di Silvio Berlusconi. Le posizioni di PdL e Pd, giorno dopo giorno, sono sempre più nette. Da una parte il Popolo della Libertà non può fare altro che difendere il proprio leader, dall’altra il Partito Democratico non può non cogliere l’occasione di affossare il suo eterno nemico. Dunque, visto che così stanno le cose, l’interrogativo è il seguente: come possono PdL e Pd continuare a far parte della stessa maggioranza, proseguire a governare insieme? Ci pare impossibile.
POPOLO DELLA LIBERTA’ Per il capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani alla luce della riunione della Giunta per le immunità, si avvicina lo spettro dell’instabilità se verrà votata la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore: “Vedo l’avvicinarsi di un momento di crisi. Vedo l’avvicinarsi verso un countdown che determinerà irreversibilmente scelte politiche". Schifani, durante una intervista radiofonica, ha spiegato che "quando si convive in un’alleanza devono vigere le regole del reciproco rispetto. Un atteggiamento che però non riscontriamo. Quello che e’ successo ieri in Giunta non ci fa ben sperare, e’ un inizio pessimo". Quanto al governo, l’ex presidente del Senato ha aggiunto: "Mi auguro che vada avanti" ma "tutto il gruppo del Pdl al Senato e’ compatto e siamo pronti anche a battaglie da opposizione".
Francesco Nitto Palma, PdL, è ancora più chiaro: “se il Pd non si presta al doveroso approfondimento delle questioni giuridiche e dichiara la decadenza, il governo e’ finito". "Chiediamo non che il Pd non voti la decadenza, ma un percorso giuridicamente corretto – insiste poi il senatore – e non un percorso tranchant che potrebbe sembrare l’eliminazione di un avversario politico".
Daniela Santanchè, pasionaria azzurra, spiega: “il Pd deve essere responsabile e capire che ha un’occasione straordinari, può far capire che non è il braccio politico di una parte della magistratura che condanna Berlusconi ingiustamente con una sentenza politica. Quindi vediamo come si comportano". Certo è che "se votano per la decadenza di Berlusconi non si può più stare al fianco dei carnefici del nostro leader". Quelli del Pd, osserva Santanchè, “se avessero una maggioranza per fare un governo senza il Pdl l’avrebbero già fatto, anche perché si stanno dilaniando. Tutto ciò mi fa pensare che una maggioranza alternativa non ce l’hanno. Anche se più tempo passa e più possono tentare di costruirsela, ma governare con chi tradisce fa sì che l’esecutivo non sia né duraturo né serio".
Renato Brunetta, presidente dei deputati azzurri, è convinto che “il governo dovrebbe durare 5 anni, fino al 2018”. Tuttavia, “se il Pd continua nell’operazione stalinista di voler usare una sentenza per eliminare il nemico politico, se continua a puntare allo sfascio, saranno loro e non noi a decidere la fine del governo”. Per Brunetta inoltre ”il tema della riforma elettorale non c’e’, una legge elettorale gia’ c’e’, che non solo ha portato il sottoscritto in parlamento ma ha anche eletto, per due volte, Napolitano al Quirinale”.
PARTITO DEMOCRATICO Nel Pd ovviamente la visione è diversa. "Se la destra tagliasse le gambe a questo governo – dice Gianni Cuperlo, deputato del Pd e candidato alla segreteria del partito – se ne assumera’ la responsabilita’ davanti al Paese e credo che paghera’ in termini di voti un prezzo alto". Sulla decadenza "penso che sia difficile aggiungere parole nuove. C’e’ un Partito Democratico unito, voteremo si’ alla decadenza, e non perche’ vogliamo liberarci di un avversario politico, come sostiene il Pdl, ma perche’ sono in gioco il principio di legalita’ e quello della separazione dei poteri. E’ una questione di principio".
Paola De Micheli (Pd) afferma: “posso comprendere umanamente lo stato di necessita’ del Pdl e di Berlusconi stesso di accettare una condizione che, al di la’ dei tempi e delle modalita’, ha alcuni aspetti che saranno immutabili, rispetto alla vicenda dell’interdizione, alla scelta se andare ai servizi sociali o ai domiciliari. Quindi questo aspetto umano lo posso comprendere, pero’ diventa, per noi, improponibile ragionare sul trasferimento di un problema piu’ emotivo in un problema che diventa il problema degli italiani. Cioe’ – specifica la De Micheli – di privare l’Italia e gli italiani di un governo e del fatto di essere governati cosi’ come si aspettano, come meritano e soprattutto come i problemi che abbiamo aspettano di essere risolti".
Per Davide Zoggia, responsabile organizzazione del Pd, “il bene del Paese prevede di non chiudere gli occhi di fronte a nessuno rispetto all’applicazione delle leggi. Sembra che rispettare questo principio sia quasi una stranezza rispetto a un governo che potrebbe cadere".. "Se il governo cade mi sembra chiaro, chi rispetta la Costituzione e’ il Pd e tutte le forze che si richiamano a questo principio, la responsabilita’ sarebbe in capo al Pdl".
MOVIMENTO 5 STELLE Nel caso si arrivasse davvero a una crisi di governo, il Movimento 5 Stelle chiederà di tornare subito al voto. Ad assicurarlo è il capogruppo Nicola Morra: “Non è detto che ci siano tempi lunghi per la risoluzione dei problemi. La crisi si risolve impostando riforme immediatamente efficaci" mentre "il ‘governo del fare’ finora ha vivacchiato, prolungando questo clima di incertezza. Noi pensiamo con assoluta chiarezza che non bisogna essere buoni per tutte le stagioni". Riguardo la vicenda della decadenza da senatore di Silvio Berlusconi Morra ha ricordato che la legge Severino "è stata applicata in altre 37 occasioni. Chi oggi ha dei dubbi è anche chi l’ha votata. Perché ora sorgono dubbi?". "La crisi del Paese – ha aggiunto – è determinata da questo immoralismo della politica. Registriamo come un condannato in via definitiva pretenda quasi un quarto grado".
FRATELLI D’ITALIA Dunque, il governo cade o non cade? Il fondatore di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, è convinto che l’esecutivo reggerà: “Non penso che questo governo cada. Non cade semplicemente perché il presidente della Repubblica, che l’ha formato, non vuole che questo governo cada”. E poi “perché il governo cade attraverso atti formali, il ché significa che il Pdl deve dire ‘io sono fuori’ e i ministri devono dimettersi. Non avviene, perché i ministri non hanno nessuna intenzione di dimettersi". Eppure, secondo indiscrezioni i ministri azzurri potrebbero decidere di dimettersi tutti già questo fine settimana…
































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