Il Movimento 5 stelle del Senato ha depositato, come annunciato, la propria mozione di sfiducia al governo Letta, in cui si "esprime la propria sfiducia al governo presieduto dall’Onorevole Enrico Letta e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del capo dello Stato".
La mozione parte dal presupposto di una "totale inadeguatezza ed incapacità del Governo di porre in essere iniziative legislative ed amministrative volte a risolvere i cogenti problemi del Paese, di ordine economico, sociale e concernenti la moralità pubblica". Inoltre registra "molteplici dissensi politico-programmatici, insiti nelle forze politiche di maggioranza, sfociati nello stallo dell’azione di governo e in aperte divergenze di indirizzo politico e legislativo" e prende "atto delle reiterate iniziative – di carattere eversivo – assunte dal capo di un partito di maggioranza e da alcuni ministri che stanno provocando gravissimi conflitti tra poteri dello Stato ed, in particolare, tra potere legislativo e potere giudiziario".
"Considerato – si legge ancora nella mozione – che la credibilità del nostro Paese nell’ambito della Comunità internazionale e dell’Unione europea è caratterizzata da una scarsa affidabilità e credibilità del Governo in carica; valutato del tutto improprio il coinvolgimento diretto, formale e sostanziale, del Governo nell’ambito del procedimento di revisione della Costituzione attualmente all’esame del Parlamento, volto a scardinare i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale come la sua ‘rigidità’ formale e sostanziale".
Nella mozione di sfiducia a 5 stelle si elencano poi tutti i provvedimenti richiesti dal M5s e che il governo Letta non ha varato: si va dal reddito di cittadinanza all’abolizione del finanziamento ai partiti, passando per il referendum senza quorum, alla riduzione delle indennità parlamentari e alla riforma della legge elettorale.
































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