La maratona dei deputati francesi per il voto sulle nozze gay e’ iniziata. Il dibattito dovrebbe durare un paio di settimane, giorno e notte (fino alle 2:00) e fine settimana compresi, come fu il caso per altre riforme epocali come l’aborto nel 1974 e l’abolizione della pena di morte, sette anni piu’ tardi. Di questo passo le coppie dello stesso sesso potrebbero sposarsi presto anche in Francia, come gia’ succede in altri undici paesi d’Europa e del mondo.
Sul progetto di legge che permettera’ agli omosessuali di sposarsi ed adottare bambini, destra e sinistra sono praticamente spaccate in due blocchi. Perche’ la lotta tra i due fronti sia equa l’associazione SOS Omofobia ha persino preparato una ‘carta per un dibattito parlamentare rispettoso’, che intende far firmare a tutti i deputati. I francesi si preparano dunque a due settimane di ‘guerriglia parlamentare’, secondo i termini usati dalla stessa stampa transalpina. Una battaglia che potranno seguire in diretta su internet e twitter, minuto per minuto, e che si giochera’ a colpi di emendamenti, piu’ di 5.000 quelli preparati dalla destra, piu’ tre mozioni (tra cui quella sul referendum popolare, che e’ gia’ stata respinta oggi senza sorprese). Alcuni vengono ritenuti ‘aberranti’ da Bruno Le Roux, presidente del gruppo socialista in Assemblea, e fatti apposta per appesantire il dibattito e allungarne i tempi. Da parte sua, la destra nega ogni forma di ostruzionismo.
Provocatori lo sono senz’altro gli emendamenti avanzati dall’estrema destra che, sulla scia del concetto di ‘matrimonio per tutti’ ideato dai socialisti, suggeriscono di legalizzare la poligamia o ancora le unioni tra minorenni o tra zia e nipote.
Mentre i deputati si preparavano allo scontro, gli oppositori alle nozze gay, che possono vantare di aver portato nelle piazze una vera marea umana per dire no alla legge, dispiegavano decine e decine di striscioni in giro per la capitale. I parigini si sono risvegliati con i ponti sulla Senna e i cavalcavia della tangenziale avvolti dagli striscioni del no, almeno 170 e’ stato riferito, con frasi come ‘Tutti nati da un uomo e da una donna’. Poi, nel pomeriggio, e’ la ministra della Giustizia, Christiane Taubira, ad aver dato il via al dibattito, in un’aula gremita. E’ lei che, con la collega responsabile della Famiglia, Dominique Bertinotti, dara’ il nome alla legge. Un lungo discorso, piu’ di mezzora, combattivo e deciso: ‘E’ un atto d’uguaglianza – ha detto la ministra -. Non si tratta di un matrimonio a buon mercato, di un gioco d’astuzia o di un tiro mancino. Ma di un matrimonio con tutto il suo carico simbolico e le sue regole’. Mentre il deputato di centrodestra (Ump), Henri Guaino – uno dei piú fedeli collaboratori dell’ex presidente Nicolas Sarkozy – ha detto che la convocazione di un referendum e’ un ‘obbligo morale’. "Aprire al matrimonio tra coppie dello stesso sesso, significa consentire di avere bambini a coppie cui la natura non lo consente", ha aggiunto Guaino, sottolineando "che non bisogna barare con questa questione, non dobbiamo mentirci su questo tema". Stasera i cattolici estremisti improvvisano una preghiera davanti all’Assemblea nazionale. Se la battaglia per le nozze gay si e’ trasferita in Parlamento, non vuol dire che quella della strada si e’ interrotta. Il voto dei deputati e’ previsto per il 12 febbraio.
































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