Tutti ‘pazzi’ per il partito del Prof: dalle imprese al sindacato (e nella lista ci si mette anche Sergio Marchionne) passando per la Chiesa, l’offerta di Mario Monti di mettersi a disposizione per un eventuale secondo mandato alletta un bel pezzo dell’attuale maggioranza, spaccando in nuovi pezzi l’altra meta’. E se il Pdl risulta spiazzato dall’annuncio del premier ‘tecnico’ ma non esclude di potersi giovare del rimescolamento di carte che la pseudo-candidatura comportera’, e’ il Pd che trova un nuovo motivo di divisione al suo interno, ricompattando invece gli avversari nella corsa alle primarie. ‘Consiglierei a tutti di tenere fuori Monti da queste contese’ avverte Pier Luigi Bersani proprio mentre Matteo Renzi auspica ‘il ritorno della politica dopo la supplenza tecnica’.
Il Monti Bis sarebbe cosi’ una ‘soluzione’ per contrastare la crisi, secondo la Conferenza episcopale, ‘un passo avanti per il Paese’ per l’ad di Fiat Sergio Marchionne, una ‘possibilita’ per il presidente di Confindustria, un ‘bene’ e un simbolo di ‘autorevolezza’ secondo il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. Sarebbe, una soluzione, una ‘extrema ratio’ apre la pidiellina Mariastella Gelmini; addirittura l’apertura a ‘scenari importanti per le forze politiche piu’ affidabili’ secondo la vice presidente dei deputati Pdl Isabella Bartolini. E in casa Pd, dove il segretario Pier Luigi Bersani cosi’ come il suo sfidante Matteo Renzi, bocciano senza mezzi termini la riproposizione di un governo non legittimato da democratiche elezioni, si rafforza il partito trasversale dei ‘montiani’. Un partito che vede, un po’ a sorpresa, schierarsi anche Giuseppe Fioroni che guarda alla candidatura del professore come una possibilita’ di trionfo di quell’alleanza tra moderati e progressisti propugnata dallo stesso Bersani. Con Bersani in campo per i progressisti e Monti leader dei moderati, senza Berlusconi. ‘Per fare l’ennesimo dono al Paese, Monti potrebbe anche mettersi alla guida di un movimento dei moderati, che e’ pieno di solisti, ed allearsi alla grande forza riformatrice del Pd per dare vita a un governo legittimato dal voto come fece Aldo Moro’ spiega Fioroni: La sua e’ una posizione che si affianca ai ‘montiani’ democrat della prima ora, i sottoscrittori dell’Agenda Monti che proprio domani faranno il punto sulle strategie per ‘promuovere nel Pd una trasparente discussione affinche’ obiettivi e principi ispiratori dell’agenda del governo Monti possano travalicare i limiti temporali di questa legislatura e permeare di se’ la prossima’.
E’ una squadra che conta, tra gli altri, esponenti come Giorgio Tonini, Enrico Morando, Marco Follini, Paolo Gentiloni, Pietro Ichino, Salvatore Vassallo, Stefano Ceccanti, Umberto Ranieri, interessati su questo tema al dialogo con quelli che sono anche gli interlocutori del leader centrista, Pier Ferdinando Casini. E cioe’ Carlo Calenda e Andrea Romano(Italia Futura), Bendetto Della Vedova (Fli), il cattolico Lorenzo Dellai e la ex rutelliana Linda Lanzillotta. Dice Ceccanti: ‘Questo problema della disponibilita’ di Monti non sarebbe emerso se Bersani stesso si fosse mosso su una linea di coerente sviluppo di continuita’ con Monti..’.
E il tema della continuita’ come elemento positivo e’ una questione che sottolinea anche uno dei ministri del suo governo, anche lui indicato come un possibile outsider da lanciare nella corsa alle amministrative post Polverini-gate, Andrea Riccardi. Dice di apprezzare ‘molto’ la ‘scelta personale’ di Monti e sottolinea ‘il problema dell’eredità del governo del Prof. La si deve onorare, perch‚ ce la chiede una parte di italiani e la comunità internazionale. C’è il problema della riforma della legge elettorale. Sento che si deve intervenire, ma non si interviene mai. Un punto che riguarda la credibilità degli eletti, la gente deve tornare ad affezionarsi, a credere nel processo delle elezioni"… ‘Saranno gli italiani a decidere chi dovra’ avere una maggioranza nel prossimo Parlamento’ taglia corto il collega Corrado Passera. E, se tra i concorrenti alle primarie Bruno Tabacci e’ l’unico che si schiera per la continuita’ con il Professore, alzano ovviamente gli scudi Nichi Vendola ( ‘e’ un’ipotesi che contrasto’) e Antonio Di Pietro (‘solo nelle dittature si puo’ governare senza il voto dei cittadini’). Concorda Bobo Maroni: ‘Se non passa dalle elezioni’ e un’ipotesi ‘sciagurata’.
Discussione su questo articolo