La notizia è di qualche giorno fa: Ottaviano Del Turco, socialista, ex governatore dell’Abruzzo, accusato di corruzione con prove "schiaccianti" che lo hanno portato anche in carcere per qualche mese, non ha commesso il reato, e la foto principe che acclarava l’accusa era praticamente una bufala. Questa la notizia, che i grandi giornali hanno pubblicato senza risalto e senza commenti. Questo invece il succo delle dichiarazioni dello stesso Del Turco registrate al Tg 4 delle 19 di ieri e commentate da Paolo Liguori. In Italia, ha spiegato, si sono rotti gli equilibri fra i poteri. C’e’ una parte della magistratura che mortifica il ruolo del Parlamento e di fatto manovra, manipola, cambia a proprio piacere le scelte democratiche degli italiani. Del Turco ha anche commentato le dichiarazioni di Migliavacca, segreteria Bersani, che l’altro giorno ha detto di essere pronto a votare a favore dell’arresto del Cavaliere (dinanzi alla fondatezza delle carte): "una bestemmia", secondo Del Turco.
Il carcere preventivo, se non sussistono pericoli di fuga o di reiterazione, è indegno di un Paese civile, a maggior ragione quando la decisione di un giudice stravolge gli equilibri istituzionali e sovverte le scelte democratiche.
Parole pronunciate da un esponente del centrosinistra, non da quel Silvio Berlusconi tanto odiato da certi tribunali dello Stivale. Parole che assumono in questi giorni un significato di altissimo valore. Il problema di certa magistratura fortemente politicizzata (che oscura con la sua altezzosa sicumera i tanti giudici che lavorano con equilibrio e senso dello Stato) in Italia c’è. Il leader del PdL, ogni volta che è salito al governo, ha provato a riformare la giustizia nel BelPaese: non gliel’hanno permesso. Non c’e’ stato verso: i suoi oppositori, o i suoi avversari interni (vedi Gianfranco Fini) hanno sempre fatto ostruzionismo, consentendo di fatto a certe toghe di continuare a fare il bello e il cattivo tempo.
Il Cavaliere propone da anni la divisione delle carriere (il pm deve andare dal giudice "con il cappello in mano", vi ricordate?) e la responsabilità civile dei magistrati: tempo sprecato, non è riuscito a portare a casa gli obiettivi. In Italia non esiste una giustizia giusta: i nostri tribunali sono ingolfati, le pratiche giacciono inevase per anni e le cause si protraggono all’infinito. Anche per questo investire nel nostro Paese spaventa gli imprenditori stranieri, e anche gli onesti imprenditori nostrani che nei tribunali invecchiano senza avere giustizia.
Ora il momento è delicatissimo: l’uomo di Arcore ha tre processi in corso, mentre la vita democratica dell’Italia si prepara ad affrontare tappe delicatissime: l’insediamento del Parlamento, l’elezione dei presidenti delle Camere e delle Commissioni, poi le consultazioni con il capo dello Stato, il tentativo di formazione di un nuovo governo, l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Sono davvero momenti cruciali per la vita del nostra Paese.
Napolitano ha dato l’ennesima prova di saggezza mostrando di comprendere i sentimenti dei parlamentari del Pdl che sentono addosso il fiato pesante di giudici che hanno fretta di eliminare il loro leader dalla scena politica; e d’altra parte ne ha stigmatizzato il comportamento inusuale, irriverente, rivoluzionario, nella manifestazione al tribunale di Milano. Equilibrio salomonico. Che tuttavia non lo ha dispensato dalle critiche dei fautori della guerra perpetua.
L’esperienza vissuta da Del Turco la dice lunga sui danni che certi giudici possono produrre nella vita di un uomo. Chi restituirà a lui e alla sua famiglia gli anni vissuti nella sofferenza, nell’umiliazione e nella vergogna? Quelle toghe che agiscono forti del loro potere, convinte della loro verità, e ancor di più quei giudici che si ergono a strenui difensori della legge senza se e senza ma fino al delirio di onnipotenza e di vanagloria, sono un pericolo per la democrazia e per la stessa giustizia. E devono rispondere dei loro errori e dei loro pregiudizi come succede ai medici che sbagliano la cura. I magistrati come casta intoccabile e impunita riportano alla memoria i momenti bui della Storia dell’umanità, le dittature, i generali, gli eserciti, le armi. Dio salvi la nostra Repubblica e la nostra libertà.
Twitter @rickyfilosa
































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