Il Governo e’ ‘preoccupato’ per gli scandali sui costi della politica nelle Regioni che si stanno diffondendo a macchia d’olio. Ed e’ per questo che il primo dossier che il premier Mario Monti ha aperto oggi al suo rientro a Roma dal viaggio negli Usa conteneva il documento dei Governatori sui tagli ai Consigli regionali consegnato al governo con la sollecitazione di emanare un decreto.
Stamani la notizia che le Fiamme Gialle si sono presentate in Consiglio regionale del Piemonte, e’ giunta mentre era in corso il Cdm, a Roma. Al termine il ministro Andrea Riccardi ha parlato di un ‘governo fortemente preoccupato dalle ultime vicende’ anche perche’ esso riconosce ‘il valore degli Enti locali’. Dopo poco ecco la notizia che la procura di Bologna ha aperto una inchiesta sull’uso dei fondi dei gruppi al Consiglio dell’Emilia-Romagna.
Monti e’ giunto a Roma a fine mattinata, a Consiglio concluso, e sul tavolo ha trovato la cartellina preparatagli dal sottosegretario Antonio Catricala’ con il documento consegnato mercoledi’ scorso dai Governatori, in cui si chiedono, tra l’altro, il taglio del numero dei Consiglieri Regionali e delle loro indennita’ e benefit. La richiesta al governo, ribadita anche oggi dal presidente della Conferenza dei Governatori Vasco Errani, e’ quella di procedere con un decreto. Palazzo Chigi sta ora studiando se si possa riversare tutto in un provvedimento d’urgenza o se si debba ricorrere piuttosto a diversi strumenti legislativi, in cui convogliare le diverse norme.
I problemi sono di natura giuridica e politica. Il primo consiste nel fatto che queste materie, per l’articolo 117 della Costituzione, sono di competenza concorrente tra Stato e Regioni: lo Stato puo’ approvare leggi con i principi ma non le norme di dettaglio e applicazione, che spettano alle Regioni. Se il governo interviene con un decreto su questo secondo livello le Regioni potrebbero Ricorrere. Nell’incontro con Catricala’, mercoledi’, Errani e i Governatori hanno promesso che non lo faranno, ma i dubbi restano. Inoltre norme ordinamentali non potrebbero essere emanate con un decreto, bensi’ con un disegno di legge: in questo secondo caso si utilizzerebbe il ddl di attuazione della riforma dell’articolo 81 della Costituzione (pareggio di Bilancio) che presto sara’ presentato alla Camera o la legge di Stabilita’.
Il problema politico consiste nello stabilire il livello dell’indennita’ dei Consiglieri regionali. E’ una decisione poco tecnica e tutta politica. Il governo, su questo punto, potrebbe lasciare la mano al Parlamento. Infatti da settembre la commissione Affari costituzionali della Camera ha iniziato l’esame di una Proposta di legge che fissa le indennita’ di parlamentari e Consiglieri regionali.
In questo contesto e’ arrivato il monito del presidente del Senato, Renato Schifani: ‘La politica deve fare autocritica’. Per questo, e l’appello e’ rivolto piu’ al Pdl, ‘e’ urgente e indifferibile una seria e severa legge anticorruzione, fondamentale per l’affermazione di un’etica della politica’, cosi’ come – aggiunge- deve andare via chi ha perso la fiducia dei cittadini.
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