‘Mancini a livello umano, Mourinho a livello calcistico’: Mario Balotelli rende merito ai suoi due ex allenatori che lo hanno lanciato e valorizzato nel mondo del calcio. Lo fa in un’intervista a ‘Le Iene’, lo show in onda domani in prima serata (e di cui il programma ha anticipato i contenuti) e in cui ammette che ‘se non ho ancora vinto il Pallone d’oro e’ colpa mia’. Dal gossip ai trascorsi a Manchester, dal carattere focoso all’Inter e Milan, Balotelli si confessa, smentendo le tante voci circolate sul suo conto (‘quanto c’e’ di vero di gossip su di me? Lo 0,01%..’ e ‘comunque ci sono cose piu’ importanti del gossip’), dall’aver fatto a pugni con i tifosi del Manchester, dall’aver incendiato casa con i botti, dall’aver pagato una montagna di multe (‘L’unica multa vera che ho preso e’ stato quando abbiamo vinto il campionato con il Manchester e io sono venuto in Italia invece di festeggiare con la squadra’). Insomma, su di lui ‘sono state inventate tante, troppe storie’.
Il suo presente pero’ adesso si chiama Milan (‘mi trovo bene’) e Manchester e il suo ex allenatore sono il passato: ‘Abbiamo discusso – dice riferendosi alla brutta lite di prima di Natale – Avevo fatto un fallo e si era arrabbiato, ma niente di che. Ci siamo riappacificati’. Per il futuro ‘Supermario’ pensa soprattutto alla nazionale e ai Mondiali del Brasile: ‘spero di esserci’, dice ancora. Con chi in attacco? ‘Uno e’ quello che gioca con me nel Milan (El Shaarawy, ndr). Gli altri vanno bene tutti’. Tre giocatori che ammiro e che sono piu’ forti di me? ‘Messi, Ronaldo e Ibrahimovic’, risponde senza esitare l’attaccante rossonero che ammette di puntare a diventare il piu’ forte al mondo, ma per riuscirci – dice – ‘devo diventare il piu’ forte un po’ in tutto’ e se finora non ha ancora vinto il Pallone d’oro ‘la colpa e’ mia’. Nonostante ‘aver avuto la fortuna di avere tutti grandi allenatori’. Ecco allora il quesito: Mourinho o Mancini?: ‘A livello umano Mancini, a livello calcistico Mourinho’, risponde in modo schietto l’attaccante rossonero. Con lo ‘Special One’ ‘abbiamo fatto tante litigate in campo – ammette – pero’ mi ricordo anche bei momenti, di gioia, in cui ridevamo. E comunque come allenatore in campo mi ricordo tanti momenti in cui si lavorava e si giocava a grandi ritmi e a grande intensita’, perche’ era quello che voleva lui’. Nello sport, conclude Balotelli, ‘i sacrifici contano tanto. Da piccolo sono rimasto senza poter fare le cose normali che fanno i ragazzi della mia eta’. Magari hai la macchina o una bella casa, pero’ certe volte ti viene da essere un ragazzo normale e non puoi’.
































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