Silvio Berlusconi resta alla finestra in attesa di capire le "mosse" di Matteo Renzi: e’ lui che deve muovere le pedine – e’ il ragionamento fatto con i suoi fedelissimi – noi dobbiamo continuare ad essere silenti mentre nel Pd continuano a logorarsi. Il Cavaliere d’altronde sa perfettamente che al di la’ della stima nei confronti del segretario del Pd, appoggiare un governo guidato da sindaco fiorentino rischierebbe innanzitutto di spaccare Forza Italia e poi, cosa che l’ex premier sa bene, non e’ detto che il leader Dem sia disposto a governare con l’appoggio di Fi. Quello che all’ex capo del governo interessa – spiega chi lo conosce bene – e’ portare a casa le riforme ed intestarsi insieme con Renzi il risultato. E l’idea che il segretario Pd vada a palazzo Chigi non lo preoccupa, anzi, il Cavaliere si preparerebbe a rimanere all’opposizione garantendo pero’ il massimo appoggio all’approvazione delle riforme. Quella e’ la sfida a cui guarda e non e’ un caso che nel fine settimana torneranno ad incontrarsi a Firenze, come raccontavano oggi alla Camera, il sindaco con Denis Verdini, il braccio destro di Berlusconi che gestisce la partita della legge elettorale.
I movimenti in casa Pd e le fibrillazioni nel governo, impongono pero’ anche a palazzo Grazioli uno schema organizzativo. Abbandonata ancora una volta l’idea di procedere alle nomine dell’ufficio di presidenza il Cavaliere ha proceduto anche oggi con l’annuncio ufficiale di un nuovo comitato, quello per le candidature ed il programma politico delle elezioni europee, da lui presieduto e di cui fanno parte Denis Verdini, Giovanni Toti, i due capigruppo di Fi e Raffaele Baldassarre, capogruppo del partito a Strasburgo. Un comitato (dopo quello varato ieri sugli enti locali) che mette in chiaro il progetto di Berlusconi: cioe’ la creazione di un partito leggero, sul modello di quelli americani, da affiancare alle strutture dei club. L’ex premier ha intenzione di affidare degli incarichi operativi a determinati esponenti azzurri – spiegano i suoi uomini – evitando strutture che richiamino alla vecchia politica. Ovviamente il ragionamento non piace a tutti. Non e’ un caso che ieri Raffaele Fitto abbia preso le distanze dalla sua nomina in un comitato che si occupa delle elezioni amministrative. Una presa di posizione che non sarebbe stata per nulla gradita da Berlusconi. L’ex ministro conferma la piena disponibilita’ a dare una mano al partito insistendo pero’ nella richiesta di nominare al piu’ presto l’ufficio di presidenza di Fi. L’argomento sara’ ripreso domani, quando il deputato azzurro prendera’ parte ad una commemorazione di Tatarella. Sara’ quella l’occasione in cui tornare a fare pressing. E non e’ escluso che possa nascere un nuovo botta e risposta con Toti impegnato a Brescia agli stati generali lombardi del partito.
Nelle file azzurre non si fa mistero che le nomine fatte oggi rappresentino di fatto il vero comitato ristretto a cui l’ex premier lavorava da tempo. I nomi scelti non sono casuali, a partire da Toti che secondo alcuni sara’ delegato dal Cavaliere a presiederlo. Della partita pero’ fa parte anche Baldassarri, leccese doc e uno degli uomini piu’ vicini a Fitto. L’obiettivo di Berlusconi resta quello di tenere il piu’ a freno possibile le polemiche interne concentrandosi innanzitutto sulle elezioni amministrative: domani sono previsti dei collegamenti telefonici con Brescia e Alghero ed e’ proprio in Sardegna che il Cavaliere e’ atteso di nuovo per la chiusura la campagna elettorale di Cappellacci.
































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