I lettori che hanno letto il paio di centinaia di miei articoli, pubblicati negli anni su ItaliaChiamaItalia, sanno che ho da sempre appoggiato Silvio Berlusconi e il suo progetto modernizzatore. Ma allo stesso tempo mi sono sempre impegnato a mantenere la mia indipendenza critica. Per esempio, indicai che accettare il rimpasto di governo, a cui lo costrinsero nel 2005 gli infidi alleati Follini, Casini e Fini, era stato un errore. Quando Berlusconi propose l’entrata in Europa della Turchia, manifestai che era uno sproposito, perchè la Turchia non è Europa. Prima che gli aerei militari decollassero verso la Libia, scrissi che passare dagli abbracci alle bombe contro Gheddafi sarebbe stato un grave errore politico e strategico. In questi come in altri casi, credo di poter affermare di aver avuto ragione e di essere stato lungimirante.
Nelle scorse ore, Berlusconi, forse spinto più dalle sue amazzoni che dal fiuto politico, ha sorprendentemente affermato di condividere la proposta di istituire in Italia lo “ius soli”. Su questo tema, gravido di fatali conseguenze per il futuro dell’Italia, manifesto, per quel poco o nulla che può contare, la mia opposizione e, a chi lo desideri, segnalo quanto già scrissi sul tema: no allo ius soli.
Esistono modi diversi di presentare il problema della concessione della cittadinanza. Ma è troppo semplicistico affermare, come fa oggi Berlusconi, che a un bambino nato in Italia e che studia nelle nostre scuole, non può essere negato di essere italiano. A questo scopo, dicono, servirebbe lo ius soli. Vale a dire, dare automaticamente la cittadinanza italiana a tutti i nati in Italia, ben prima che vadano a scuola e parlino italiano. Quindi la realtà è ben diversa da come alcuni la vogliono rappresentare.
È innegabile che in Italia esistono centinaia di migliaia di immigrati, che tra di loro e i con i loro figli non parlano la nostra lingua. Che hanno acquisito pochi o nessuno dei nostri costumi. Che non appartengono alla nostra storia, né alla nostra civiltà, per buona o cattiva che sia. Che non conoscono, né sono portati a difendere il nostro patrimonio artistico, costituito da architetture a loro estranee, e da edifici di una religione che nei loro paesi di origine spesso non è neppure tollerata. Stanno infatti arrivando stranieri in Italia, che appartengono in grande maggioranza a una religione che, tra le altre cose per loro inaccettabili, proibisce la rappresentazione della figura umana, e che quindi mai e poi mai potranno essere i sinceri difensori del nostro patrimonio, fatto di dipinti e di sculture custodite in musei e pinacoteche che il mondo occidentale, al quale noi apparteniamo, ci invidia.
Solo nell’ultimo anno, grazie alla sciagurata eliminazione del reato di immigrazione clandestina e all’operazione “Mare nostrum”, sono entrati in Italia altri centocinquantamila stranieri. Dato che fanno in media quattro o più figli, mentre gli italiani ne hanno in media meno di due, non è necessario essere esperti di statistica per prevedere che entro pochi decenni avremo concesso a loro intere nostre città e territori della Penisola.
Non ci stanchiamo di ripetere che lo ius soli è servito a popolare nazioni estese come gli Stati Uniti, che di nuovi cittadini avevano estremo bisogno. Ma l’Italia è già sovrapopolata e non riesce a dare lavoro nemmeno ai nostri giovani. Quindi è assurdo, e io dico scellerato, favorire con nuove leggi l’arrivo di ulteriori centinaia di migliaia di immigrati.
La concessione della cittadinanza è già prevista dalle nostre leggi e non esistono ragioni per modificare la nostra legislazione dello ius sanguinis. Berlusconi sembra aver cambiato improvvisamente opinione solo per un suo contingente e meschino calcolo elettorale, il quale oltretutto prevediamo che si rivelerà erroneo, perchè favorirà i partiti come la Lega e Fratelli d’Italia, che sanno mantenere la propria coerenza. Chi invece voglia accettare le idee da sempre proposte da altri (leggasi Pd e Sel), voterà per loro e non certo per Forza Italia.
Non sappiamo come finirà questa storia e, data la nostra età, non ne potremo seguire gli sviluppi molto in avanti nel tempo. Ma pessimisti eravamo, ed oggi lo siamo ancora di più. L’istituzione dello ius soli, se verrà approvata, non servirà a favorire la rinascita del nostro Paese e, se continuerà l’accoglienza passiva di chiunque pretenda di entrare (cosa che non accade in nessun altro paese del mondo), tra qualche decennio ci si domanderà chi siano stati i responsabili di aver perduto l’Italia.
Si narra che Boabdil, ultimo sultano di Granada, quando nel 1492 fu scacciato dalla Spagna, mentre si allontanava si volse a guardare per l’ultima volta l’Alhambra e scoppiò in pianto. Allora la madre che lo accompagnava esclamò: “non piangere come una donna ciò che non fosti capace di difendere come un uomo”. L’Italia, se verrà il giorno in cui altri prenderanno il comando e istituiranno le loro leggi, non avrà il suo sultano o presidente sconfitto che potrà versare lacrime. Sarà la fine che si meriterà un popolo, che non avrà saputo difendere la civiltà che aveva solo e immeritatamente ereditato.
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