"Sono stato di recente a Dubai e ad Abu Dhabi per motivi di affari e ho avuto interessanti colloqui con alcuni esponenti del mondo imprenditoriale, istituzionale e politico. Ho avuto la conferma che per le aziende italiane che avessero voglia di investire in quella parte dei mondo, con serietà e professionalità, in settori come il turismo, le costruzioni, i servizi e il settore immobiliare, ci sarebbero concrete possibilita’ di successo e di espansione. Quando si parla di Dubai si pensa alla città del futuro, e ciò non è lontano dal vero: in qualità di presidente di Confine (Confederazione imprenditori italiani in Europa) sto lavorando ad una missione imprenditoriale proprio a Dubai e Abu Dhabi, affinchè i nostri associati si possano rendere conto di persona delle grandi opportunità che offrono città cosi’ avanzate, che vedono anche una forte presenza di connazionali: circa 10mila italiani infatti vi risiedono stabilmente". Così Massimo Romagnoli, PdL, invita gli imprenditori italiani a guardare con interesse a Dubai e Abu Dhabi. Il perchè lo spiega lo stesso Romagnoli: "Per avere una visione più specifica dei motivi che dovrebbero spingere sempre più imprese italiane ad investire in quelle realta’, basta dare un’occhiata ai dati gentilmente forniti dalla Camera di Commercio di Dubai: possiamo leggere, per esempio, che non esiste tassazione sui redditi d’impresa e neppure su quelli personali, che non ci sono restrizioni sul ricollocamento del capitale investito fuori dal Paese, che le infrastrutture poggiano sulle migliori tecnologie possibili e che la burocrazia è ridotta al minimo. Non solo: non esiste l’Iva, nè l’Ici per quanto riguarda gli immobili. Inoltre, la situazione politica è assai stabile e l’economia va avanti con un sistema liberale. Già queste poche informazioni rendono bene l’idea del perchè potrebbe essere davvero conveniente investire a Dubai. Se poi – aggiunge Romagnoli – consideriamo che in quella zona del mondo il clima è fantastico ed è estate praticamente tutto l’anno, beh, è ancora più evidente il richiamo che potrebbe suscitare Dubai, insieme ad Abu Dhabi, agli occhi di imprenditori in cerca di nuove opportunità d’investimento".
"Ottime opportunità – prosegue Romagnoli – anche ad Abu Dhabi. Secondo un rapporto pubblicato dal Dipartimento dello Sviluppo Economico, il settore non petrolifero è proiettato a sorpassare il settore del petrolio entro il 2025, quando il contributo del settore petrolifero si ridurrà al 40% del PIL ed a meno del 20% entro il 2050. Non solo petrolio, dunque, come molti immaginano, sbagliando. Abu Dhabi, con il Progetto Economico 2030, spiega sempre il rapporto del ministero, punta a creare un contesto di mercato monetario e finanziario resistente con livelli gestibili di inflazione, migliorare l’efficienza del mercato del lavoro e accrescere la qualificazione professionale, sviluppare infrastrutture potenti ed efficienti capaci di supportare la prevista crescita economica. Entro il 2030, si intende portare gli investimenti stranieri al 23% del PIL (nel 2008 incidevano per un 14%). Inoltre, Abu Dhabi sta adottando gli standard più elevati e cercando di classificarsi al top degli indici globali di libertà economica e di competitività, proprio per creare un contesto imprenditoriale sano ed efficace, amichevole nei confronti degli investimenti stranieri e ben integrato con l’economia globale. Davvero una opportunità da non perdere, per le imprese tricolori, che potrebbero essere protagoniste, puntando sul know how dell’eccellenza italiana, riconosciuta a livello mondiale".
"Confine – afferma in conclusione il presidente della Confederazione -, come associazione di imprenditori italiani, grazie anche alle conoscenza e all’esperienza maturata sul territorio degli Emirati Arabi, è pronta a dare il proprio sostegno a chi volesse investire a Dubai e Abu Dhabi. Basta che ci sia la serietà: perchè da quelle parti la propria professionalità è il miglior biglietto da visita. Mi auguro che l’Italia, anche attraverso i ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico, possa guardare a questi luoghi come ad aree di interesse particolare per le nostre eccellenze, in un mondo sempre più globalizzato".
Discussione su questo articolo