Forza Italia ha presentato al Senato la sua proposta di riforma della cittadinanza. Come noto, i suoi alleati, all’interno del centrodestra e del governo, sono contrari. Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono già espressi: la cittadinanza va bene così com’è, non c’è bisogno di una nuova legge. E comunque il tema non è tra le priorità del governo.
Secondo Romeo, il capogruppo della Lega al Senato, è “legittimo fare proposte e le esamineremo, ma noi restiamo contrari”.
“Ci siamo detti disponibili solo a velocizzare i tempi – prosegue Romeo -, mantenendo la legge vigente, perché talvolta chi avrebbe raggiunto i requisiti per la cittadinanza deve aspettare troppo tempo per via della burocrazia e questo non è degno di un Paese civile”.
La proposta di Forza Italia sulla Cittadinanza, lo Ius Italiae, “non l’ho letta, ma penso che se non ci si divide è il momento veramente di trovare una sintesi, credo sia estremamente fattibile”. Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala a margine dell’appuntamento “Inspiring cities” organizzato per il cinquantesimo anniversario di Coima.
Secondo il sindaco “non e’ difficile tecnicamente trovare una sintesi tra tutti quelli che propongono di lavorare sul tema della Cittadinanza”. Oggi “ho visto una persona al di sopra di ogni sospetto dal punto di vista politico, il comandante generale Luzi (comandante generale dei Carabinieri ndr) che dice serve lavorare su questo tema”, ha concluso.
Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Antimafia, da parte sua commenta: “Nella proposta di Forza Italia, chi risiede in Italia da 10 anni può richiedere la cittadinanza una volta maggiorenne e ottenerla entro 18 mesi, riducendo i tempi attuali di 36 mesi. Comprendiamo l’importanza di snellire la burocrazia, come evidenziato da Sala, ed è esattamente quello che proponiamo, accelerando i tempi di concessione senza compromettere le verifiche necessarie”.
“Introduciamo inoltre un automatismo per chi arriva in Italia a 5 anni, che potrà ottenere la cittadinanza a 16 anni, mentre oggi questa possibilità è riservata solo a chi ha 18 anni ed è nato in Italia. Crediamo che queste misure permettano una maggiore integrazione, semplificando l’iter amministrativo senza ridurre i requisiti di residenza”.