Tutelare e valorizzare la cucina italiana nel mondo, promuovere l’utilizzo di prodotti italiani, fare riscoprire i piatti e i prodotti dell’antica e prestigiosa cultura culinaria ed identitaria italiana. Sono gli obiettivi a cui ambisce Gustus Italiae, presentato nei giorni scorsi presso la Camera dei deputati.
Un progetto di Federitaly (Federazione d’Impresa per la Tutela e la Promozione del Made in Italy nel mondo) che mira ad identificare e riconoscere i ristoranti italiani, in Italia e all’estero, che offrono un’esperienza culinaria autentica e di alta qualità, contribuendo, così, a rafforzare l’immagine dell’Italia come patria del buon cibo.
Gustus Italiae è un progetto che vede tra i suoi partner l’ANFE (Associazione Nazionale Famiglie di Emigrati) che dal 1947 è a fianco degli italiani nel mondo e che riconosce come gli obiettivi del progetto Gustus Italiae coincidano anche con i pilastri alla base del turismo delle radici e del turismo di ritorno.
Un settore che tradotto in cifre tocca un bacino di utenza stimato intorno agli 80 milioni di persone.
“Quella di Federitaly è un’iniziativa che ben si colloca nel calendario delle celebrazioni dell’Anno delle Radici Italiane – scrive L’Identità -. Il 2024 è, infatti, l’anno in cui l’Italia celebra, su indicazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l”Anno delle Radici Italiane nel Mondo’, un’occasione speciale per esplorare e riscoprire le connessioni culturali e storiche che legano le comunità italiane di tutto il mondo alla loro terra d’origine.
“Abbiamo diverse iniziative in cantiere – spiega il presidente Salvo Bendici – tra cui, un progetto a supporto dei servizi catastali rivolto ai nostri connazionali ed italo discendenti nella gestione dei beni immobiliari (fabbricati e terreni) e la realizzazione di una piattaforma, denominata ‘Io parlo Italiano’, che ha come obiettivo quello di promuovere corsi di lingua e di cultura italiana. Tramite la piattaforma sarà possibile poter conseguire la certificazione di competenza linguista, che resta uno dei requisiti fondamentali per poter accedere ai percorsi formativi e/o lavorativi italiani”.