Sono rimasto sgomento nell’apprendere quanto accaduto in Val di Susa, in seguito agli episodi di violenza da parte dei gruppi No TAV. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha fatto bene a definire questi atti di violenza "attacchi allo Stato". E’ evidente che quanto accaduto sia il frutto di vari fattori. Da un lato, vi sono dei movimenti che ragionano più con l’ideologia e la demagogia che non con la razionalità e, dall’altro, c’è la gente comune che già è provata dalla crisi e che si lascia trasportare da questi movimenti populisti che insegnano ad odiare lo Stato e che non fanno informazione. Questo è il cocktail micidiale che genera questi brutti episodi.
Questa violenza parte dalle parole. Ci sono personaggi che urlano un giorno sì e l’altro pure e che parlano di colpi di Stato e quant’altro. In rete, la violenza verbale gira. I blog, Twitter e Facebook sono veri e propri "ricettacoli" di violenza verbale. Io stesso, sul mio blog "Italia e Mondo" vengo insultato un giorno sì e l’altro pure. Sono stato anche fatto oggetto di cyberbullismo e minacciato. Vengo apostrofato con termini come "maligno" , "idiota", "ignorante", "pagliaccio sionista", "cristiano da salotto" e quant’altro, per il solo fatto di esprimere delle idee, che possono essere condivise o meno, ma che sono legittime come altre. Ho dovuto censurare molti commenti che erano così pieni di turpiloquio da non potere essere pubblicati.
Questo clima è davvero molto brutto. Se una persona che esprime delle idee viene insultata non è bene. Significa, infatti, che la società è attraversata da divisioni gravi. Io penso che si debba davvero tenere un tono basso e che si debba parlare con la gente, citando le cose concrete. Il populismo deve essere tenuto fuori. Non si devono più ascoltare i predicatori di odio, come certi sacerdoti che (mancando di rispetto all’abito che indossano) mettono dei loro video su Youtube in cui fanno discorsi pieni di parolacce e di odio. Ma dove stiamo andando a finire? Bisogna parlare di politica seriamente e non fare i discorsi da bar. Bisogna parlare di politica con idee costruttive.
Riguardo alla rete, servono delle regole. Molto spesso, gli insulti e le minacce via web sono fatti da persone con account anonimi o falsi. Io sono contro le censure ma è vero che oggi la violenza via web è incontrollabile. Bisogna cambiare registro. Per esempio, si potrebbe fare una legge che imponga sia ai bloggers che a chi commenta sui blog di mettere il proprio nome e cognome con una forte pena pecuniaria, qualora la legge non venisse rispettata. Deve valere il detto che recita: "Male non fare… paura non avere". Dalle parole è facile arrivare ai fatti e ciò non deve accadere.
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