"Non ci fermiamo, non ci facciamo arrestare dall’orrore e dalla paura, i nostri valori sono piu’ forti delle loro minacce": e’ un messaggio di speranza quello che il premier Matteo Renzi porta a Parigi, prima all’Eliseo dal presidente Francois Hollande e poi alla marcia repubblicana insieme agli altri oltre quaranta leader che si sono stretti attorno alla Francia per dimostrare che il terrorismo e’ un problema di tutti e il dolore dei francesi e’ sentito da tutti i cittadini, non solo europei.
"Da Parigi deve partire un messaggio di dolore e vicinanza, ma anche di ripartenza e futuro perche’ l’Europa non e’ solo passato", dice Renzi dopo aver abbracciato Hollande ed avergli espresso la sua solidarieta’ e vicinanza. Una "giornata particolare" la definisce il premier, e non solo per la Francia, perche’ "colpendo Parigi si e’ voluto colpire un’idea di liberta’". E per questo e’ particolarmente significativo l’evento di oggi, con i leader che hanno voluto rassicurare i cittadini: "Credo sia molto bello essere qui in tanti, con la comune volonta’ di dare una risposta di sicurezza e responsabilita’, ma anche speranza perche’ i nostri valori sono piu’ forti dei nostri nemici", spiega il premier ribadendo un concetto che tornera’ nel corso di tutta la giornata in cui, accanto al dolore per le vittime, i leader accolgono sollevati gli applausi della folla soddisfatta di vederli nel corteo assieme a tutti. Ma il dolore non si dimentica in fretta.
"Nous sommes Charlie, nous sommes juifs, nous sommes europeenne", dice Renzi ai giornalisti francesi al ritorno dalla marcia. E quindi "amicizia e solidarieta’ verso la Francia, verso le famiglie delle vittime, verso i nostri fratelli ebrei colpiti cosi’ duramente e verso chi fa il giornalista". Ma il messaggio piu’ importante di oggi, spiega, e’ racchiuso nella "straordinaria capacita’ di rispondere dei francesi e del popolo europeo, e’ un messaggio di speranza". E dall’Europa si deve ripartire, perche’ forse il solo "effetto collaterale positivo" che "questa vicenda tragica puo’ avere" e’ di "riportare ciascuno di noi a riflettere su cosa e’ l’Europa: l’Europa sono 70 anni di pace", ha detto Renzi, cioe’ "la stagione di pace piu’ grande che la storia ricordi". E’ dunque molto "di piu’ di un fattore solo economico" quale e’ ridotta spesso oggi, e la sua anima gia’ esiste, ed e’ proprio quella che ha portato ai 70 anni senza armi e che e’ stata "piu’ forte della cortina di ferro e del muro di Berlino".
Dalle tragiche vicende di Parigi l’Europa puo’ ripartire per capire cosa vuole diventare. Perche’ la lotta al terrorismo "non e’ semplicemente un problema di legislazione", spiega il premier. E’ soprattutto una "sfida per affermare dei valori piu’ grandi dell’orrore". "Quando scopri che questi assassini sono cresciuti in Francia, hanno fatto le scuole in Francia e poi hanno scelto la strada del fanatismo, ti rendi conto che sicuramente bisogna fare sforzi a livello legislativo, ma c’e’ bisogno di una sfida piu’ grande, magari bastasse fare una legge…".
































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