La presenza di Pier Luigi Bersani a Ginevra ha coinciso con l’apertura della campagna elettorale delle primarie per scegliere il candidato premier alla guida della coalizione di centro sinistra alle prossime elezioni legislative. Si tratta di un evento straordi-nario che rimarrà negli annali della storia della politica moderna, perché nel recente passato non si era mai assistito a un’iniziativa di portata internazionale che prendesse il via al di fuori del territorio nazionale. Erano state altre le condizioni, diversi i motivi che spinsero De Gasperi, Togliatti, Don Sturzo, Einaudi a proporsi dall’estero per servire l’Italia marciando sullo stretto selciato per favorire la democrazia. La scelta oculata e significativa di recarsi a Ginevra, e da lì successivamente in altre città europee più blasonate, la dice lunga sull’Italia che il Segretario nazionale del Partito democratico ha in mente, e che intende riformare per riportarla agli antichi splendori, recuperandola dal degrado e dalla paura in cui si è venuta a trovare nel periodo buio del berlusconismo.
L’Italia è uno dei primi paesi fondatori dell’Unione europea, ha le potenzialità per svolgere un ruolo da traino nel rilancio delle sorti del continente europeo, a condizione che prima ritrovi se stessa e la normalità E’ questa la grande sfida che attende il futuro governo del nostro paese a partire dai prossimi mesi, quando la politica dovrà assumere una coraggiosa iniziativa per recuperare autorevolezza e credibilità. Un grande paese come l’Italia deve archiviare l’episodica parentesi tecnicista di questo ultimo anno. Pier Luigi Bersani a Ginevra si è proposto come l’uomo del fare, cosciente dell’impervia partita da giocare con il concorso di tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro paese. Da qui il richiamo a rimboccarsi le maniche e a guardare al futuro dell’Italia con la voglia di ristabilire il bene comune.
L’ ‘Europa e l’Italia in particolare, da alcuni anni, stanno attraversando un grave periodo di crisi economica, che ha assunto degli effetti devastanti anche sulla morale pubblica e sulla credibilità delle istituzioni. Il futuro governo, perciò dovrà essere necessariamente scelto dal popolo e sarà chiamato ad imprimere una brusca sterzata per creare condizioni minime di fiducia sociale e di ripresa economica. Dalla cura ragionieristica di quest’ultimo anno l‘Italia dovrà guarire rafforzata nello spirito e nelle sue forze indispensabili a ripristinare maggiore equità, giustizia sociale e occupazione. Se nel periodo dell’unità d’Italia il nostro paese era considerato uno stato senza popolo e senza lingua, oggi al contrario le vicende quotidiane manifestano un paese con una propria lingua ma tanti individui senza il senso dello stato.
Ginevra, città internazionale e multietnica, prima tappa di questo viaggio, ha fatto da cornice a diversi incontri che Pier Luigi Bersani ha avuto con i titolari delle organizzazioni internazionali dell’economia, della ricerca e dei diritti umani. L’inventore delle lenzuolate al tempo del governo di Romano Prodi ha voluto espressamente incontrare la comunità italiana, che gli ha riservato una calorosa ospitalità. Il segretario ha ricambiato l’accoglienza, riservategli dai numerosi giovani in mobilità impegnati nelle istituzioni internazionali e nelle aziende ginevrine e dagli emigrati di lungo corso, con un discorso magistrale che ha toccato i nervi scoperti dei presenti quando ha insistito sul valore del lavoro, sul civismo, sulla cultura e sulla ricerca, che costituiscono l’architrave del progetto in dieci punti del suo programma per l’Italia. Il segretario non si è soffermato ai saluti di rito e di circostanza, ma dialogando con alcuni rappresentanti della comunità italiana ha ribadito con il suo modo pacato e convincente che l’alternativa al disinteresse diffuso tendente alla semplificazione dei problemi non è né nella contrapposizione generazionale e neanche nelle proposte mirabolanti.
Il progetto di Bersani per l’Italia mette in primo piano il bene comune, di cui sono portatori anche le tante storie di milioni di italiani che vivono all’estero e che non devono essere sacrificati né al modernismo né alla rottamazione in voga in questi ultimi anni nella promozione delle lingua e cultura italiana e dei servizi. Forte di queste convinzioni Bersani ha ricordato che gli italiani hanno percepito, dopo anni di disillusione, che le parole evasive e generiche rivolte al futuro hanno dentro il rischio di un possibile inganno. Ricordando l’incontro della settimana precedente con i suoi concittadini a Bettola, Bersani ha ripetuto quel concetto semplice e profondo che lo contraddistingue: é più importante dire quel che si è e non quel che si sarà. L’Italia ha bisogno di futuro, di cambiamento e di foglie nuove, e le foglie nuove possono venire solo se ci sono le radici.
Fosse solo per quanto di positivo ha fatto per l’Italia in questi ultimi anni, ma anche per l’affidabilità e la saggezza che lo caratterizzano, il nostro impegno ci porta a sostenere nelle primarie con convinzione Pier Luigi Bersani per far affermare le sue idee e premiare il suo coraggio politico. Nessun vento è favorevole per il nocchiero che non sa dove dirigere le vele.
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