Angelino Alfano, vicepremier e ministro dell’Interno, in una intervista al Corriere della Sera, dice la sua sul governo di larghe intese: non è “un matrimonio d’amore”, spiega il segretario del Popolo della Libertà, ma – diciamo le cose come stanno – si tratta di “un matrimonio d’interesse”, per il bene del Paese. E certo, “il nostro elettorato non ama la sinistra”, ma trovare un accordo per formare un esecutivo che potesse governare era un passo obbligato. Questo “matrimonio” è a termine, in ogni caso: continuerà fino a quando gli italiani avranno la percezione che il governo sta facendo l’interesse dell’Italia. E proprio per questo, è necessario “tenere al centro la questione economica, che e’ la ragione piu’ profonda dell’accordo".
Alcune tensioni fra i partiti della maggioranza non si possono tuttavia nascondere, ma è qualcosa di fisiologico vista la situazione. La vera strada da percorrere è quella delle “riforme condivise”, riforme che non sono più procrastinabili. E questo vale anche per ciò che riguarda il tema delle intercettazioni: “Qui siamo in presenza di una situazione molto chiara: ci sono iniziative e leggi, in ogni ambito, che solamente un governo di centrodestra potrebbe portare avanti. E ci sono iniziative e leggi che potrebbe portare avanti solamente un governo di centrosinistra. La conseguenza e’ che questo Parlamento e questo governo non faranno cio’ che solo il centrodestra potrebbe fare, ne’ cio’ che solo il centrosinistra potrebbe fare… Adesso si potranno fare solamente cio’ che il centrodestra e il centrosinistra sono capaci di condividere". Parlando di economia: “non dobbiamo aumentare l’Iva, dobbiamo detassare l’assunzione dei giovani per incentivare gli imprenditori a fare occupazione, semplificare la burocrazia, riaffermare che essere proprietari di una casa non e’ una colpa. Lo scopo che realmente sorregge tutto e’ tirare fuori l’Italia dalla crisi economica".
Le sentenze che riguardano Silvio Berlusconi? Non hanno nulla a che vedere con il governo e con la durata dell’attuale esecutivo. Di fatto, lo stesso Cavaliere – ricorda Alfano – è stato molto chiaro quando ha detto: “Nessun fallo di reazione sulle vicende giudiziarie”. Ci sarà dunque un motivo se gli italiani stanno premiando “il suo atteggiamento responsabile, ‘pro patria’…".
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