Recentemente una delegazione del Movimento Cinque Stelle composta dal deputato Manlio Di Stefano, dalla Senatrice Ornella Bertorotta e dal senatore Vito Petrocelli della commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, ha visitato il Venezuela, in occasione dell’anniversario di morte del Presidente Chavez. Precedentemente, il deputato Di Stefano aveva presentato alla Commissione Esteri della Camera, la Risoluzione 7-01168 in data 23 gennaio 2017. Tale documento riporta dati descrittivi che non riflettono minimamente la realtà alla quale è sottoposto il nostro paese.
A seguito di diverse richieste di italovenezuelani e venezuelani in Italia e in Venezuela che si sono sentiti offesi, tanto per i contenuti della suddetta risoluzione quanto per le successive dichiarazioni poco chiare del deputato Di Stefano e la Senatrice Bertorotta riguardo la situazione che sta attraversando la nostra nazione, vogliamo manifestare all’opinione pubblica quello che realmente sta accadendo in Venezuela”. E’ quanto si legge in un comunicato firmato Attivisti di Voluntad Popular Italia.
Voluntad Popular è il partito di opposizione, contrario al governo Maduro e alle politiche portate avanti da quello che ormai è diventato un vero e proprio regime, politiche che uccidono libertà e democrazia.
Ecco, dunque, che VP ricorda che in Venezuela la crisi è fortissima, a livello sociale, politico, economico. “La mancanza di volontà politica nel controllo della sicurezza ha portato come conseguenza che in Venezuela, più che la pratica della pace, prevalga una cultura di morte e violenza che si percepisce dalla perdita di 283 mila vite negli ultimi 18 anni. Di queste morti violente, 103 mila sono avvenute da quando è presidente Nicolas Maduro (dall’anno 2013 a oggi). Dall’inizio del 2017, gli omicidi avvenuti sul territorio nazionale sono già 2976. Il Presidente dell’Osservatorio Venezuelano per la Violenza (OVV), Robert Briceño Leòn, ha riferito che avvengono almeno 43 omicidi al giorno”.
La povertà ha messo in ginocchio il popolo: “I poveri e coloro che non hanno risorse per comprare alimenti, abbandonano i propri spazi alla ricerca di cibo. La fame e la denutrizione sono espressioni dolorose di una crisi globale di lenta installazione. Il 93.3% della popolazione considera che i propri introiti non sono sufficienti per l’acquisto di alimenti. Circa 9,6 milioni di venezuelani consumano due o meno pasti al giorno”.
Fortissima nel Paese sudamericano la crisi sanitaria: “Médicos por la Salud, ONG Venezuelana, in collaborazione con Observatorio Venezolano de la Salud (OVS) de la Universidad Central de Venezuela (UCV), hanno misurato gli standard operativi di 242 ospedali in 23 regioni del paese, inclusi gli ospedali delle città più importanti, così come gli ospedali militari. Inoltre hanno monitorato l’Instituto de Previsión y Asistencia Social del Personal del Ministerio de Educación (Ipasme), i Centros de Diagnóstico Integral (CDI) e i Barrio Adentro, come campione rappresentativo delle condizioni sanitarie del paese. I dati del 2016 attestano che c’è un 64% di irreperibilità di formule lattee nei servizi pediatrici. Esiste l’87% di mancato funzionamento delle sonde e dei cateteri, l‘81% di scarsità di materiale medico chirurgico ed il 76% di carestia di medicine. Le malattie emergenti che prevalgono negli ospedali nazionali sono, in ordine di rilevanza: la Chikungunya (33%), lo Zika (30%) e la dengue (13%).
I servizi che offrono gli ospedali sono in gran parte inefficienti e gravemente carenti: esiste un 95% di insufficienze severe o di paralisi dei laboratori, così come un malfunzionamento dell’80% delle Tomografie (TAC), del 37% dei raggi X e del 29% dei macchinari per fare le ecografie.
Le regolamentazioni dell´Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) stabiliscono che il Venezuela dovrebbe prevedere 130.000 posti letto, 30 per ogni 10.000 abitanti, che però nei fatti non possiede. Dei 15.230 letti esistenti, il 35% sono infatti danneggiati”.
Voluntad Popolar, tra le altre cose, denuncia la concentrazione di potere nelle mani dello Stato: “La Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela prevede un meccanismo referendario a metà mandato presidenziale. Tale scadenza aveva luogo nell’anno 2016, ma il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) ha negato al popolo l’attivazione del meccanismo referendario bloccando la procedura di convocazione per la destituzione di Maduro, rinviando così a tempo indeterminato la raccolta di firme necessarie all’implementazione del Referendum. La stessa cosa è avvenuta per le elezioni Regionali di Governatori che avrebbero dovuto svolgersi a dicembre 2016. Al momento si registrano più di 100 prigionieri politici nel paese, con capi d’accusa poco attendibili. Vorremmo ricordarvi – concludono gli Attivisti di Voluntad Popular Italia – che il diritto alla sicurezza e alla vita sono Diritti Umani Costituzionalmente garantiti tanto in Italia quanto in Venezuela”.
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