"Facilitare il dialogo tra governo e opposizione e chiedere il rispetto dei diritti umani da parte del governo nonché delle risposte adeguate alle richieste delle organizzazioni istituzioni internazionali". E’ quanto hanno chiesto questa mattina Leopoldo Lopez Gil e Vanessa Ledezma ai deputati e i senatori presenti all’incontro informale nella sede del Pd organizzato dal responsabile degli Italiani nel mondo del Partito democratico, Eugenio Marino.
Lopez Gil e la Ledezma sono, rispettivamente, il padre del leader dell’opposizione venezuelana, Leopoldo Lopez, in carcere per aver "cospirato contro il presidente", e la figlia della seconda autorità venezuelana, il sindaco di Caracas Antonio Ledezma, in carcere per aver "cospirato contro il governo" e, paradossalmente, per l’accusa di aver "tentato di uccidere Leopoldo Lopez".
"Parlo da venezuelano e non da uomo politico – ha detto Lopez – e vi assicuro che la situazione in Venezuela è veramente delicata. E’ un Paese in estrema difficoltà e lo dimostra anche l’esodo dei tanti italiani (in Italia oltre 150mila) che hanno lasciato il Paese per trovare in Europa un ‘altra possibilità di vita". "E’ la prima volta che in Venezuela s’inverte il fenomeno e da paese di immigrazione si sta diventando paese di emigrazione".
In Venezuela la crisi economica ha toccato livelli altissimi, le imprese non possono produrre per l’impossibilità di acquistare le materie prime, l’energia elettrica, fuori della capitale, viene erogata con discontinuità, gli ospedali chiudono e le medicine sono introvabili. E’ nata una figura, il ‘bachaqueros’, ossia colui che fa la fila al tuo posto per arrivare a comprare qualsiasi cosa di prima necessità. "Il governo ignora la vittoria dell’opposizione in Parlamento – spiega Lopez – e le strade per uscire dalla crisi democratica sono due: la tirannia da una parte e il golpe dall’altra. Si stanno raccogliendo le firme per far decadere il presidente Nicolas Maduro e convocare le elezioni presidenziali anticipate". Agli italiani, "chiediamo di intervenire sulle istituzioni nazionali ed europee a sostegno della ricerca di una soluzione di dialogo".
Altrettanto drammatiche le parole di Vanessa Ledezma, anche lei tra i 150mila che hanno cercato in Italia un primo rifugio: "mio padre – racconta – è stato portato via da due agenti senza nessuna spiegazione ed è stato accusato di cose senza nessun aggancio con la realtà ed è stato condannato a 26 anni di reclusione". All’Italia, chiede di "far pressioni sul governo venezuelano per aiutare il popolo", ridotto allo stremo.
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