Sale la tensione tra Washington e Caracas. Il presidente venezuelano ha "ordinato" al ministro degli esteri l’espulsione di tre diplomatici Usa considerati "non graditi" nel paese, invitandoli ad "andare a cospirare a Washington". E immediata e’ arrivata la risposta del Dipartimento di Stato che ha bollato come "false e prive di fondamento" le accuse di aver aiutato i manifestanti che da settimane stanno riempiendo le strade del paese per protestare contro il governo di Nicolas Maduro.
Tensione diplomatica che si affianca alla tensione di piazza: tre morti e decine di feriti solo mercoledi’ scorso. E una nuova giornata di proteste previste per domani. Il leader dell’opposizione Leopoldo Lopez, ricercato con l’accusa di aver istigato gli scontri di Caracas, ha infatti annunciato in un video che si consegnera’ alla giustizia, ma ha anche invitato i manifestanti ad accompagnarlo in corteo. Le accuse agli Usa nascerebbero, secondo Maduro, dalle "richieste inaccettabili" ricevute dal rappresentante di Caracas presso l’Osa, che ha sede a Washington, dopo che il segretario di Stato John Kerry ha espresso la sua "preoccupazione" per la situazione in Venezuela. "Io ricevo solo ordini dal popolo", ha tuonato il presidente, annunciando l’espulsione dei tre funzionari consolari americani e sostenendo che tra le richieste Usa ci sarebbe stata anche la sospensione dell’ordine di cattura emesso contro Lopez, definito da Maduro "fascista vigliacco". Lui, Lopez, si e’ detto certo di non aver "nulla da temere, perche’ non ho commesso nessun delitto". Ed h aggiunto di voler consegnare alle autorita’ un dossier con "foto, video e altre prove" sugli episodi di violenza della settimana scorsa, per esigere "il disarmo dei gruppi paramilitari che sono i responsabili degli omicidi".
Lopez e’ considerato uno dei dirigenti piu’ radicali della coalizione di opposizione Mud, deciso a continuare con una strategia di agitazione di piazza contro il governo, malgrado negli ultimi giorni si siano ripetuti episodi di violenza a margine di manifestazioni di protesta nella zona est di Caracas. Henrique Capriles – l’ex candidato presidenziale del Mud sconfitto ad aprile da Maduro – ha cercato di allentare la tensione, avvertendo l’opposizione che "la violenza puo’ portarci verso un vicolo cieco", ma esigendo allo stesso tempo che il governo disarmi al piu’ presto i gruppi paramilitari chavisti, e che cessi "la tortura e la repressione" contro i manifestanti.
Discussione su questo articolo