Dalla fine della seconda guerra mondiale fino agli anni settanta, furono circa 250mila gli italiani che emigrarono per trovare accoglienza nella ricca e prospera nazione sudamericana; oggi però il Venezuela, da paradiso utopico bagnato dal mare dei Caraibi, è stato ridotto in un paese inospitale, pericoloso, un inferno dove scorre il sangue dei dissidenti politici.
Negli ultimi 18 anni, da quando l’ideologia socialista ha preso il potere, si contano 287.926 omicidi. Nel 2016 si è arrivati a contare 28.479 omicidi: 78 al giorno. Nel 2017 sono più di 70 le persone che hanno perso la vita in scontri durante manifestazioni pubbliche, più di mille i feriti e tremila arresti. Diversi i prigionieri politici rinchiusi nelle carceri di massima sicurezza. Un bilancio tragico, un bollettino di guerra degno dei peggiori conflitti civili. Non è un caso che il Ministero degli Esteri Italiano sconsigli ai connazionali di recarsi nel paese sudamericano.
Il portale “Viaggiare Sicuri” della Farnesina parla di “situazione estremamente precaria” e consiglia di posticipare i viaggi non necessari in Venezuela (gennaio 2017). Oggi recarsi in Venezuela non rappresenta più il viaggio della speranza, ora che migliaia di venezuelani cercano di fuggire dal loro paese chiedendo asilo politico negli Stati Uniti o in altri paesi vicini perché “il Paese che accoglieva tutti è diventato il Paese dell’esodo di massa”! In Italia, dopo mesi di complice silenzio (perché solitamente i leader del pueblo godono di grande simpatia dalle nostre parti), se ne sta iniziando a parlare solo ora che l’insostenibilità della situazione è sotto gli occhi di tutti.
Da qualche anno però Marynellis Tremamunno, giovane giornalista italo-venezuelana esule in Italia, sta denunciando la crisi del suo paese cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica italiana attraverso conferenze, interviste e articoli pubblicati sul portale cattolico Nuova Bussola Quotidiana, offrendo un quadro completo e di prima mano sulla crisi venezuelana.
Questi articoli – corredati da interventi di docenti ed esperti di diplomazia e politica – sono stati ora raccolti e pubblicati in un libro intitolato “Venezuela. Il crollo di una rivoluzione” (edizioni Arcoiris 2017. € 14,00).
A conferma del clima di intimidazione che vige in Venezuela, un clima di censura tipico delle peggiori dittature, Tremamunno ha affermato di aver ricevuto minacce anonime per telefono e per e-mail provenienti dal suo paese di origine dopo la sua pubblicazione.
A fronte del crollo di popolarità, Maduro lotta per affermare il suo potere e punta a riformare la Costituzione. La convocazione di una Assemblea Costituente ha scatenato il sollevamento dell’opposizione e le dure repressioni che stanno insanguinando le strade di Caracas e delle province. Il Parlamento, che per la prima volta nell’era chavista è guidato dall’opposizione, rischia di diventare ininfluente e perdere i propri poteri per consegnarli al “potere comunale”, struttura parallela dal sapore comunista ideata all’epoca di Chavez.
Poche settimane fa fallì il tentativo di Maduro di trasferire i poteri dalla Asemblea Nacional (Parlamento) al Tribunal Supremo controllato dal Partido Socialista Unido (PSUV). In questo complesso panorama politico il dialogo è certamente auspicabile, ma le parti in campo sembrano aver capito che la via diplomatica è oramai impercorribile.
Il definitivo collasso del regime potrebbe venir provocato solo da eventi drammatici come l’intervento di forza di una frangia di militari che “fiutino” l’aggravarsi del pericolo e pongano fine alla dittatura.
Uno scenario drammatico ipotizzato dal prof. Morlino nel libro della Tremamunno, disponibile online alla pagina edizioniarcoiris.it/…/116-venezuela-il-crollo-di-una-rivoluzione, anche se come ha affermato recentemente la stessa giornalista intervistata dalla Rai, cadere nelle mani di un governo militare sarebbe una disgrazia per il paese visti i legami tra i vertici dell’esercito e il narcotraffico. Ma parlare del futuro in Venezuela non è certamente una cosa semplice.
Miguel Cuartero
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