Piu’ correttezza e trasparenza nell’amministrazione dei beni e delle attivita’ economiche. Piu’ impegno anche nel taglio dei costi. Il Vaticano da’ un ulteriore colpo di acceleratore nella sua linea di ‘glasnost’ finanziaria, nonche’ nel programma di ‘spending review’ a cui neanche i Sacri Palazzi si sottraggono a causa dei morsi della crisi economica. E’ stato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, a richiamare i vari capi dicastero e i vertici di tutti gli enti vaticani a questi obiettivi durante il convegno di presentazione del nuovo regolamento della Prefettura degli Affari economici, svoltosi nell’Aula Vecchia del Sinodo.
‘La necessaria trasparenza delle attivita’ economiche e finanziarie della Santa Sede e dello Stato della Citta’ del Vaticano esige un impegno sempre piu’ incisivo e congiunto di correttezza da parte delle singole Amministrazioni nella gestione del patrimonio e delle attivita’ economiche’, ha detto Bertone, che ha sottolineato gli obblighi di una ‘puntuale richiesta delle necessarie autorizzazione’ e di una ‘fedele trasmissione dei dati contabili agli organi superiori’.
‘Cio’ e’ diventato ancora piu’ necessario – ha proseguito il primo collaboratore di Benedetto XVI – anche di fronte all’impegno della Santa sede di ottemperare alle norme internazionali di controllo finanziario che gradualmente si sta adempiendo, come e’ stato pubblicamente riconosciuto a livello europeo’. Tutte le prassi quotidiane, dalle spese minori alle piu’ ingenti, devono quindi rispondere alle regole di trasparenza passate al vaglio degli esperti europei di Moneyval. Ma l’impegno degli enti vaticani deve riguardare anche una maggiore attenzione ai risparmi, visti anche i piu’ recenti, e preoccupanti, dati di bilancio. ‘Specialmente nelle attuali circostanze storiche – ha scandito Bertone -, anche la Santa Sede, pur nella diversita’ della sua natura e finalita’ nella gestione dei beni temporali per i fini spirituali, non puo’ che procedere ad una riduzione graduale, ma effettiva dei costi’. E questo ‘a fronte di una perdurante impossibilita’ di aumentare i ricavi, almeno in proporzione ai disavanzi che ultimamente si stano registrando nei consuntivi consolidati’.
Ad ascoltare attentamente le parole del segretario di Stato c’erano cardinali e vescovi, numerosi capi dicastero e rappresentanti di amministrazioni della Santa Sede e dello Stato della Citta’ del Vaticano, consultori e revisori internazionali della Prefettura degli Affari economici. L’occasione era la discussione sul nuovo regolamento della Prefettura, promulgato dallo stesso Bertone lo scorso 22 febbraio, che all’organo attualmente presieduto dal cardinale Giuseppe Versaldi, oltre ai compiti di vigilanza e controllo finanziario sulle amministrazioni d’Oltretevere, quindi quasi da ‘Corte dei Conti’ o di ‘ragioneria centrale’ vaticana, affida compiti di programmazione, indirizzo e coordinamento economico generale.
Nel suo intervento, dopo aver invitato alla comprensione e alla ‘carita” anche di fronte ai possibili ‘errori di valutazione e di previsione’ da parte di chi e’ chiamato ad amministrare i beni temporali della Chiesa, il card. Versaldi ha sottolineato la volonta’ di ‘mandare un forte e chiaro segnale a tutti coloro che servono la Santa sede nel campo amministrativo (a cominciare ovviamente da chi ha compiti di direzione) affinche’ avvenga quel cambio di mentalita’ (conversione) che permetta, nella piu’ intensa collaborazione e coordinamento tra le varie istituzioni, una costante attenzione a riportare in equilibrio i propri bilanci cosi’ da permettere la sostenibilita’ nel tempo del governo della Chiesa’.
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