A meno di sei mesi dalle elezioni del 6 novembre, oltre 40 istituzioni e gruppi cattolici hanno scelto di portare in tribunale l’amministrazione Obama per alcuni aspetti della riforma sanitaria fortemente voluta dal presidente; che gia’ due settimane fa aveva peraltro causato una levata di scudi nella conferenza episcopale statunitense quando ha espresso il suo ‘personale’ sostegno alla legalizzazione dei matrimoni per le coppie dello stesso sesso.
In una mossa forse non inattesa, le arcidiocesi di New York e Washington assieme a scuole, universita’, agenzie per i servizi sociali e altri gruppi religiosi si sono ora unite in un fronte compatto facendo causa in 12 tribunali di otto stati piu’ il district of Columbia contro la controversa norma che obbliga i datori di lavoro a fornire ai loro dipendenti una assicurazione medica che comprenda la copertura per contraccettivi.
Nella loro azione legale – che chiama in causa i dipartimenti della sanità, del lavoro e del tesoro – sostengono che si tratta di una norma incostituzionale, perch‚ forza anche le istituzioni affiliate ad enti religiosi a sostenere indirettamente pratiche per il controllo delle nascite contrarie ai loro principi religiosi.
La questione ‘riguarda la liberta’ di religione, non la contraccezione’, ha puntualizzato oggi il cardinale Timothy Dolan, presidente della conferenza episcopale, che gia’ aveva tuonato che ‘il matrimonio e’ solo fra un uomo e una donna’ e con la sua posizione sulle unioni gay il presidente Obama ‘si mette contro tutta una tradizione umanistica’.
Non e’ chiaro quanto l’iniziativa legale influenzera’ il voto dei cattolici il 6 novembre, ma certo, i dati dei sondaggi non sono per Obama al momento incoraggianti. Secondo una ricerca di cui riferisce oggi il Washington Post, tra i primi di marzo e la meta’ aprile il sostegno dei cattolici al presidente e’ sceso globalmente dal 45 al 37 per cento, e da allora non e’ certo migliorato. Alle elezioni del 2008 era stato del 54 per cento.
Si tratta di una ricerca condotta peraltro dopo che già all’ inizio dell’anno i vescovi cattolici e varie istituzioni religiose avevano dato battaglia sulla stessa norma della riforma sanitaria che riguarda ‘la pillola’. Dopo settimane di polemiche, anche in Congresso, Obama aveva a febbraio accettato un compromesso, e annunciato che le istituzioni affiliate con organizzazioni religiose non avranno piú l’obbligo di coprire la spesa sanitaria dei dipendenti per gli anticoncezionali: "Le organizzazioni religiose non dovranno pagare per questi servizi o provvedervi direttamente", aveva precisato Obama. Le polemiche si erano cosi’ apparentemente placate, ma evidentemente rimaneva il fuoco sotto la cenere. Parole troppo vaghe, hanno affermato gli avvocati che hanno presentato l’azione legale; che l’amministrazione non ha peraltro ancora commentato.
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