Chiude la porta a Silvio Berlusconi, ma la apre al Pdl. Perche’ Pier Ferdinando Casini crede ancora nella possibilita’ di creare un ampio fronte moderato in cui possano convergere quanti hanno gia’ messo in cantina "populismi" e "annunci ad effetto" per sposare il pragmatismo di impronta montiana. Il progetto al quale lavora ormai da mesi il leader centrista, sempre piu’ calato nella parte del pontiere, e’ quello di aggregare moderati e riformisti. Non, pero’, con un nuovo partito: "Nessuno ha mai parlato di partito nuovo", avrebbe spiegato Casini nel corso della riunione che ha preparato la direzione di ieri.
Si tratterebbe, piuttosto, di una lista elettorale in cui fare convergere quanti vogliono andare avanti con il lavoro messo in campo da Monti. Prospettiva che non a tutti sembra piacere, formulata in questi termini. Chi nell’Udc e’ piu’ attento ai temi sociali chiede che non ci si "appiattisca" troppo sulle posizioni dell’esecutivo e che si cerchi di marcare una certa discontinuita’, almeno per quel che riguarda i temi del welfare. Questioni che saranno affrontate, avrebbe assicurato Casini, ma non ora. Perche’ l’agenda politica la dettano sempre di piu’ i mercati e la priorita’ e’ sostenere ancora "senza se e senza ma" il Presidente del Consiglio. Tra i "responsabili del Pdl" da intercettare, per Casini c’e’ sicuramente il segretario Angelino Alfano, per il quale ieri, nel corso del suo intervento alla direzione nazionale, il leader centrista ha speso parole di grande rispetto, suscitando un timido applauso della platea. Plauso ben piu’ fragoroso e’ arrivato invece da alcuni esponenti del Pdl, primo fra tutti Franco Frattini. L’ex minsitro degli Esteri ha giudicato importante l’intervento di Casini e ha sottolineato che il dialogo con i centristi non e’ affatto chiuso. Cosi’ come non e’ chiuso il discorso del candidato premier del Pdl visto che l’ex ministro degli Esteri si dice affatto certo di un ritorno in campo di Silvio Berlusconi.
Per quanto riguarda il dialogo, piu’ vivo che mai, con il Partito Democratico, Casini incensa Bersani, riconoscendogli serieta’ e lealta’ nei confronti del governo. Di piu’: considera il Pd una forza indispensabile per governare un Paese dal tessuto sociale completamente da ricostruire. Il problema, in questo caso, e’ lasciare alla porta Vendola e Di Pietro. Il leader dell’Idv, con le sue posizione di critica aperta al governo e, soprattutto, con i suoi inveterati attacchi al Quirinale, sembra mettersi alla porta da solo. Diverso il discorso per Vendola, le cui posizioni sui temi del lavoro collimano con quelle della sinistra Pd. Per questo Bersani, riferiscono fonti parlamentari del Partito Democratico, provera’ fino all’ultimo a tenere dentro il presidente della Puglia. Certo, su di lui pesano le posizioni sui temi sensibili e i valori etici che, tuttavia, non dovrebbero finire in un eventuale programma elettorale moderato-riformista. Se ne discutera’ in Parlamento, aveva detto Casini.
"D’accordo", dice dalla sua Bersani, "a patto che si arrivi alla discussione in aula con una posizione comune". Insomma, lo spettro dell’Unione sembra riaffacciarsi nella mente del segretario Democratico. E allora, una prima apertura Casini l’ha concessa sulla coppie di fatto, di qualunque genere si tratti, a cui vanno riconosciuti tutti i diritti giuridici di una coppia. Ma frena sui matrimoni. Tema, quest’ultimo, su cui anche Bersani e’ netto: "Come si puo’ pensare di scavalcare di un sol colpo i Paesi piu’ avanzati su questi temi, noi che stiamo ancora ai livelli di Cipro e della Turchia, senza nemmeno una legge contro l’omofobia?".
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