Pierferdinando Casini continua ad essere corteggiato da destra e sinistra. E lui lo sa. Ma se un giorno pare volere avvicinarsi alla sinistra moderata, quella guidata da Pier Luigi Bersani, il giorno dopo prende le distanze dal Pd. Alla Direzione nazionale del partito, il leader Udc spiega: “Il nostro rapporto col Pd nasce dal riconoscimento che senza di loro questo Paese difficilmente si puo’ governare, riconosciamo che Bersani e’ una persona seria e che il gruppo intero si e’ sacrificato, non andando alle elezioni e facendo una scelta di responsabilità”. Detto questo, avverte, “fermiamoci qui, perchè per il resto il Pd desta parecchia perplessità, basti pensare alla confusione tra Fassina e Enrico Letta. Lasciamo perdere l’entusiasmo verso le sinistre e cerchiamo di essere sempre ponderati".
Secondo Pierferdy è necessario “allontanare i soggetti dormienti e rispondere attivamente agli stimoli della politica. La definizione di ‘cosa siamo’ non e’ la cosa importante, le categorie ideologiche sono arcaiche: moderati, riformisti, innovatori. Noi siamo un usato sicuro, seguiamo la nostra direzione senza cedere ai compromessi di destra e sinistra". "Ci auguriamo – prosegue – che la nostra sia l’area baricentrica del prossimo governo, ma non abbiamo la presunzione dell’autosufficienza. Sarebbe impensabile uscire dalla situazione di crisi in cui verte l’Italia senza aprire un dialogo con tutta l’area di riformismo sociale del Paese, sindacati, riformisti di sinistra".
Casini tocca un tema che sta spaccando il centrosinistra in questi giorni, quello dei matrimoni gay: "Il matrimonio gay e’ segno di profonda inciviltà – sottolinea -, e’ una distorsione della natura, sulla natura. Dobbiamo essere chiari, difendiamo temi eticamente sensibili non per essere politicamente corretti nelle stanze del Vaticano, ma perchè riteniamo che ci sia una disgregazione che aleggia sulle nostre famiglie, sull’organizzazione sociale". "Contro tutto e contro tutti i cattolici di Pd e Pdl si sono trovati coesi sul tema delle convivenze e delle coppie gay. Concedere loro di diventare genitori e’ sintomo dell’egoismo di due uomini, o due donne, che desiderano avere una maternita’ e paternita’ anche a discapito del bambino, che, in questo caso, sarebbe la parte lesa. Ebbene – precisa Casini- noi siamo dalla sua parte, dalla parte del piu’ debole".
Casini oggi ha spiegato anche che con Sel e Idv l’Udc non vuole avere nulla a che fare. Ma nel Pd non la pensano allo stesso modo. Ecco Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera: “L’Udc non vuole fare una scelta di campo definitiva e lo rispettiamo, ma non venga a dettare condizioni come ha fatto oggi dicendo no all’alleanza con Sel e Idv". "Noi siamo pronti ad allargare l’alleanza all’Udc, ma non a scaricare Sel che è espressione di mondi a noi vicini".
Simone Baldelli, deputato PdL, commenta: “E’ facile per l’UDC scrivere in un documento di voler dialogare col PD, e che ‘non esistono invece margini di intesa con forze come Sel e Idv’, ma la realta’ politica e’ ben diversa e ricorda tanto la memorabile scena della ‘catena di affetti’ del film Amici Miei, diretto da Monicelli, in cui il prof. Sassaroli (Adolfo Celi) spiega all’architetto Melandri (Gastone Moschin), innamorato della moglie del primo, che avrebbe dovuto ‘prendersi tutto il blocco’ composto da moglie, cane san bernardo, bambine e tata tedesca con contratto di due anni, severissima e in uniforme. Ecco: e’ bene che l’Udc rifletta sul fatto che il PD e’ il primo anello di una ‘catena di affetti’ che ne’ Casini, ne’ Bersani possono spezzare, che parte, appunto, dal PD, passa per il gruppo Espresso-Repubblica, la CGIL, Di Pietro, e arriva fino a Vendola”. Le cose, caro Casini, stanno proprio così. Prima o poi dovrai fare una scelta definitiva: e i tuoi elettori, lo sai bene, quando ti sei buttato a sinistra, non ti hanno mai premiato.
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