Una folla enorme di decine di migliaia di persone ha reso un ultimo omaggio oggi a Diyarbakir, ‘capitale’ del Kurdistan turco, alle tre attiviste curde assassinate la settimana scorsa a Parigi, in quello che molti hanno letto come un tentativo per fare deragliare le trattative di pace in corso fra Ankara e il capo del Pkk Abdullah Ocalan. E’ stata una chiara dimostrazione di forza del Pkk. L’appello dello stesso ‘Apo’ Ocalan, che dall’isola carcere di Imrali aveva invitato i curdi a evitare qualsiasi violenza, e’ stato accolto. Il premier islamico turco Recip Tayyip Erdogan aveva messo in guardia contro ‘provocazioni’, magari di frange della direzione militare del Pkk che sarebbero contro le trattative. Ma nella grande massa di gente riunita attorno alle tre bare, coperte dalla bandiera curda gialla, rossa e verde, oggi molti portavano una sciarpa bianca, simbolo di pace, come avevano chiesto gli organizzatori ufficiali del partito legale pro-curdo Bdp.
‘La strada dei martiri e’ la nostra strada. Pkk e’ il nostro partito. Lunga vita ad Apo’ ha cantato la folla in Piazza Batikent. Il governo aveva previsto forti misure di sicurezza. Un elicottero ha sorvegliato dall’alto tutta la cerimonia. Ma la polizia e’ rimasta a distanza di non-provocazione. Una ulteriore conferma che nessuno in questo momento, ne’ il Pkk ne’ le autorita’, vuole rischiare di affossare le fragili trattative in corso.
Erdogan ha ribadito negli ultimi giorni di essere determinato ad arrivare a un accordo di pace. Segnali analoghi vengono da Ocalan e dai leader del Bdp, l’unica forza politica turca presente nel parlamento di Ankara. Anche se per ora il quadro di un accordo che ponga fine a 30 anni di guerra nell’ Anatolia sud-orientale, con oltre 40mila morti, soprattutto curdi, sembra ancora da costruire. Tutte le forze parlamentari turche, meno i ‘lupi grigi’ del Mhp, appoggiano il tentativo del governo. E anche nella comunita’ curda la mossa di Ocalan sembra largamente condivisa.
Resta intanto un giallo la strage di Parigi. Sakine Cansiz, co-fondatrice del Pkk, vicina a Ocalan, Figan Dogan, portavoce europea del Consiglio delle Comunita’ Curde (Knk), e Leyla Soylemez, delegata dei giovani Knk, sono state freddate con un colpo in testa nel Centro di Informazione Curdo giovedi notte. Da chi, perche’? Molti ritengono che con loro nel mirino ci fosse la trattativa di pace. Su chi abbia premuto il grilletto e’ ancora buio completo. La stampa turca ha accusato Siria, Iran, perfino Israele. La diaspora curda sospetta elementi dei servizi turchi, o i nazionalisti. Erdogan ha parlato di un possibile regolamento di conti interno nel Pkk. Il leader Bdp Selahattin Demirtas ha detto che i servizi segreti francesi che sorvegliano giorno e notte il Centro curdo devono sapere, e li ha invitati a parlare.
Ai funerali delle donne uccise, Demirtas oggi ha detto che ‘ci vuole coraggio per fare la pace. Questa nazione – ha detto dei curdi – e’ coraggiosa e pronta per la pace’.
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