Roma – Venduto, trasformista, in cerca di poltrone. La scelta dell’onorevole Alessio Tacconi, ex penta stellato poi passato al Misto per confluire al gruppo democratico proprio in questi giorni, gli sta attirando numerose critiche da parte dei grillini europei. Le polemiche, molto prevedibili, non provengono però solamente dai sostenitori del vincolo di mandato.
Massacrato dai suoi ex elettori, Tacconi non viene certo accolto a braccia aperte nemmeno dai nuovi compagni di partito, primo tra tutti Roberto Serra. Lo stimato esponente del Pd Lussemburgo non ha avuto problemi ad affermare che “così il Pd presta il fianco al trasformismo” aggiungendo: “il Tacconi se ne stia nel gruppo misto e, se gli va, voti tutti i provvedimenti del Pd”. A causare malumori, inoltre, non è solo la decisione ma anche la modalità scelta per annunciarla.
Il nuovo onorevole dem, infatti, ha reso noto il suo approdo al gruppo Pd attraverso una conferenza stampa tenuta insieme alla collega Laura Garavini che, pur essendo stata eletta anch’essa in Europa, è residente in Germania, a differenza di Tacconi che è residente in Svizzera, lo stesso paese dal quale provengono altri due parlamentari dem, l’onorevole Gianni Farina e il senatore Claudio Micheloni. Entrambi assenti. “Non ne sapevo nulla. Non sono stato avvisato”, spiega Gianni Farina a ItaliaChiamaItalia.
On. Farina, dopo tante critiche ad Antonio Razzi passato all’allora partito di maggioranza, ora un altro eletto all’estero approda nella realtà di governo. Solamente che questa volta, dall’altra parte, ci siete voi.
Al di là del caso specifico di Alessio Tacconi, in linea generale e aprioristica sono fondamentalmente contrario ai cambiamenti improvvisi. Si tratta di una considerazione che esula dalla richiesta specifica di Tacconi di aderire al gruppo e che non è legata alla vicenda in questione, ma deriva semplicemente dalla mia storia politica personale. Forse posso apparire un po’ retrò, ma non condivido affatto i vari trasformismi che abbondano nel corso delle legislature e di questa in particolare. Rispetto alle elezioni, gli schieramento ormai si sono profondamente modificati, nel senso che i passaggi sono stati centinaia in tutti i campi politici e questo certo non depone a favore del parlamento repubblicano.
Quindi ha ragione Serra quando dice che Tacconi avrebbe potuto rimanere nel Misto e votare i provvedimenti del Pd?
Serra è un compagno straordinario che io apprezzo molto ma, ripeto, la mia è una considerazione che esula dal contesto specifico e dalla richiesta di Tacconi di aderire al gruppo. Per motivi anagrafici ho ormai una storia politica lunga e ho sempre avuto sospetti nei confronti dei passaggi, ovunque avvengano. Non dico che non debbano avvenire cambiamenti ma, quando si realizzano, devono essere frutto di una maturazione politica che non è improvvisa né può manifestarsi come una folgorazione sulla via di Damasco. Deve essere frutto di un’attività caratterizzata dall’impegno e dalla passione, da una collaborazione che dura nel tempo e quindi produce un cambiamento. Si tratta di considerazioni generali alle quali sono molto legato.
Ma la stessa sinistra è andata incontro a profondi mutamenti nel corso del tempo.
Io stesso vengo dal Pci e dalla sua storia, ho vissuto tutti i cambiamenti, dai Ds al Pd, con una grande tensione interiore perché, pur avendoli naturalmente approvati, mi sono costati sul piano umano, ho realmente sofferto per alcuni passaggi. Non sono un conservatore, si può e si deve cambiare, ma è un processo che avviene con sofferenza, non è così automatico. Tra l’altro non penso di essere l’unico ad avere questa idea, mi sembra che la mia riflessione, di carattere generico e non legata al nuovo collega del gruppo, sia ispirata anche nel commento di Serra. Per quanto riguarda il caso Tacconi, quindi, non posso che esprimere la speranza che non sia così.
A proposito di Serra e dei tanti altri esponenti e dirigenti Pd che compongono una base democratica molto operativa nel mondo, come glielo spiegate che una persona può tranquillamente passare avanti ai tanti tesserati e attivisti? Non pensate che, in questo modo, possa sembrare che un parlamentare abbia il diritto di scavalcare tutti?
Sì, è evidente che possa essere così, è evidente che gli attivisti possano avere questo timore. Si tratta di un parlamentare ed è quindi comprensibile che in molti amici e compagni del Pd si manifesti la preoccupazione che vengano penalizzati uomini e donne che, invece, hanno dato tutto a quel partito. Ritengo che ci sia un elemento di privilegio, se non di prevaricazione, e questo è un pericolo che arriva nelle scelte che ogni singolo militante fa nelle proprie battaglie politiche. Non mi permetto di mettere in dubbio la scelta di Tacconi, assolutamente, esprimo solo l’auspicio che questi timori non abbiano a essere tali anche se, onestamente, comprendo chi se ne preoccupa, e spero che sia una scelta data da una tensione morale forte, maturata in questi due anni e mezzo di attività parlamentare.
Alcuni sospettano che si tratti di una ‘tensione’ forte, sì, ma volta semplicemente alla possibilità di essere ricandidato alle prossime elezioni.
Mi auguro che questa sensazione comune ad alcuni in Europa venga battuta e smentita dai comportamenti che l’onorevole Tacconi stesso assumerà nelle battaglie politiche che ci attendono, nei circoli e nelle assemblee e che dimostreranno come questi timori non abbiano fondamento.
Quali sarebbero i ‘comportamenti opportuni’? L’unico modo per smentire questa teoria consisterebbe nel non ricandidarsi.
Per comportamenti opportuni intendo dire che eventuali sue candidature future dovranno essere frutto di scelte che provengono dal basso e dalla militanza, che non siano imposte dalla direzione. Non è che perché una persona è parlamentare, allora ha automaticamente diritto ad essere ricandidato. Dovrà lui stesso dimostrare di essere all’altezza nel corso degli anni, o dei mesi, che ci attendono da qui alle prossime elezioni. Dovrà dimostrare che le sue scelte tengono conto di riflessioni e pensieri maturati con la militanza nel Pd nel mondo e in Europa. Ciò che invece, ad oggi, non è certamente apparsa opportuna, è stata questa iniziativa della conferenza stampa.
Per quale motivo?
Perché Tacconi è stato eletto in Europa ed è residente in Svizzera. Esistono altri eletti nel collegio europeo che abitano nella confederazione e probabilmente, a mio giudizio, un tale atto avrebbe dovuto essere nobilitato dalla presenza di questi altri eletti, sia alla Camera che al Senato, e non dalla presenza di una collega che, pur provenendo dall’Europa, è residente in Germania. Questa conferenza stampa è stata totalmente inopportuna, non dico che non dovesse essere presente l’onorevole Garavini ma, sicuramente, un annuncio di questo tipo sarebbe dovuto avvenire anche alla presenza degli eletti residenti nello stesso paese. Sarebbe stato giusto che ci fossero sia gli uni che gli altri.
L’onorevole Tacconi ha spiegato proprio in un’intervista a ItaliaChiamaItalia che era presente solamente l’onorevole Garavini sia perché “non sarebbe stato possibile essere tutti lì”, sia perché con lei “c’è stato sicuramente un dialogo un poco più stretto”.
Ritengo che questa affermazione da parte dell’onorevole Tacconi sia sbagliata, totalmente sbagliata e poco rispettosa verso i parlamentari eletti in Europa e che vivono in Svizzera. Non è giusto che lui dica questo, è scorretto moralmente e fattivamente.
Non ne sapeva nulla? Non era stato informato?
No, assolutamente, non sapevo nulla della conferenza stampa né del passaggio di Tacconi. Nessuno mi ha informato.
Come è possibile che non le fossero giunte nemmeno delle voci di corridoio? Non ha incontrato Tacconi di recente?
Sul passaggio mi erano giunte voci, ma nulla di ufficiale. Della conferenza stampa, invece, non ne sapevo nulla. Ho incontrato Tacconi sempre, in tutte le manifestazioni in Svizzera, alle celebrazioni, agli incontri per il Cgie e per gli InterComites e tra noi non c’è mai stato alcun elemento di diverbio. La sua affermazione è una mancanza di rispetto verso la mia persona, non sono stato avvisato, ripeto, avevo ricevuto delle anticipazioni sul fatto che ci fosse la possibilità di un suo arrivo al gruppo. Il fatto che esprima una priorità di rapporti con l’onorevole Garavini è offensivo e poi Laura non abita in Svizzera. Ha proprio fatto un’affermazione sbagliata e inelegante verso le persone con le quali ha condiviso almeno un passaggio elettorale e la partecipazione a momenti importanti della vita politica. Ha iniziato male nei confronti della comunità.
A proposito di voci, si dice che stia per arrivare nel Pd anche l’onorevole Renata Bueno…
In passato sono circolate molte volte notizie in tal senso, non ne sarei sorpreso.
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