Resta fermo l’impegno dell’Italia nelle missioni militari internazionali, ma ‘con la riduzione degli oneri finanziari connessi’. E’ quanto stabilito dal Consiglio supremo di Difesa, riunitosi oggi sotto la presidenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Da parte sua, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ha indicato le misure nell’ambito della spending review. In una delle bozze del provvedimento si parla di un taglio ‘in misura non inferiore al 10%’ del totale degli organici delle forze armate. Attualmente i militari sono 183mila: si tratterebbe quindi di un calo di poco piu’ di 18mila unita’. Per le missioni ci sarebbe invece una diminuzione di 8,9 milioni di euro per il 2012.
Il Consiglio supremo, cui hanno partecipato – tra gli altri – anche il premier Mario Monti ed i ministri di Esteri, Interno, Sviluppo economico ed il viceministro dell’Economia – ha anche valutato ‘sullo sfondo della sfavorevole contingenza economica internazionale e degli eventi verificatisi negli ultimi mesi’, le situazioni ‘di instabilita’ e di potenziale rischio che destano maggiori preoccupazioni, con particolare riferimento alla regione mediterranea e al Medio Oriente’. Per quanto riguarda l’Afghanistan, e’ confermato il progressivo disimpegno da Isaf entro il 2014, cui seguira’ una missione addestrativa e di assistenza alle forze di sicurezza locali. L’organismo ha anche auspicato la promozione di iniziative di collaborazione con partner europei.
Di Paola ha quindi illustrato lo stato di attuazione del progetto di riorganizzazione delle forze armate, che prevede un taglio di 33mila militari e 10mila dipendenti civili del ministero entro 10 anni. Il disegno di legge delega firmato dal ministro e’ all’esame del Senato ed il Consiglio supremo ha espresso ‘pieno sostegno al progetto, che e’ fondamentale per assicurare l’efficienza dello strumento militare in un periodo di forte compressione delle risorse disponibili’ ed ha auspicato la conversione del ddl da parte del Parlamento entro quest’anno.
Un’accelerazione al progetto potrebbe arrivare dal provvedimento sulla spending review. Oltre al taglio del 10% degli organici, nella bozza c’e’ anche la sforbiciata di 5,6 dei 7,5 milioni stanziati per il 2012 alla cosiddetta mini-naja fortemente voluta dall’ex ministro Ignazio La Russa: gli stage di tre mesi di giovani volontari presso le forze armate. Cento milioni di euro in meno per il 2012, poi, alle spese per il rinnovamento dei sistemi d’arma. I contributi all’Agenzia Industrie Difesa per il triennio 2012-2014 passano inoltre da 16 a 11,8 milioni di euro. Infine, la dotazione del Fondo vittime dell’uranio impoverito viene decurtato di 10 milioni di euro per il 2012.
Preoccupazione e’ stata espressa dal Cocer Interforze, che ha lamentato di non essere stato ‘convocato da parte del Governo come i sindacati confederati’. L’organismo di rappresentanza ha quindi chiesto al presidente del Consiglio ‘di conoscere con urgenza se il provvedimento di spending review incide o meno sulle forze armate e sulle forze di polizia e, in caso positivo, chiede di essere convocato per conoscere i termini del provvedimento e per contribuire con spirito costruttivo a definire le linee d’azione e i settori su cui incidere, al fine sia di tutelare il personale sia di salvaguardare per altro la capacità operativa e funzionale.
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