Relatori al lavoro sulla spending review mentre, dopo la sentenza della Consulta, scoppia anche la grana della privatizzazione delle societa’ ‘in house’. Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd) stanno infatti ‘spulciando’ le circa 2.000 proposte di modifica ‘piovute’ sul provvedimento in commissione Bilancio al Senato. Numero ‘monstre’ che pero’ e’ destinato a ridursi drasticamente: il Pd ha infatti gia’ annunciato che ritirera’ gran parte delle modifiche, e questo dato il momento drammatico che il Paese sta vivendo. Ed e’ possibile che gli altri gruppi decidano di fare lo stesso. C’e’ anche il vaglio di ammissibilita’ che fara’ saltare proposte estranee alla materia o non adeguatamente coperte. E tutti i gruppi in Senato hanno dimostrato la loro disponibilita’ a concentrarsi su pochi punti qualificanti. Ma mentre si fa la spunta degli emendamenti, i primi effetti concreti del decreto si fanno sentire: e’ il caso, ad esempio, della provincia di Viterbo, che dara’ lo sfratto alla Prefettura per far cassa mettendo in vendita il palazzo.
Ancora poche ore dunque per le ultime mediazioni (la commissione Bilancio e’ convocata lunedi’ prossimo), poi i lavori entreranno nel vivo. Ma margini per modifiche di peso sembrano non esserci, perche’ il governo punta a blindare il provvedimento almeno nei saldi e i tempi sono strettissimi. La ‘spending’ e’ infatti attesa in aula a Palazzo Madama mercoledi’ prossimo per essere licenziata entro venerdi’. Ma a questo punto c’e’ da risolvere il problema delle societa’ in house, dopo che la Consulta ha bocciato norme sulla privatizzazione della manovra Berlusconi anche in seguito alla scelta referendaria sull’acqua pubblica. ‘Il problema c’e’ – spiega Pichetto Fratin – vedremo cosa ci dira’ il Governo’. ‘Sto studiando gli emendamenti e gli ordini del giorno – aggiunge piu’ in generale il relatore Pdl – e via telefono con l’altro relatore cerchiamo di far emergere le varie questioni’. Ma c’e’ l’ipotesi di accelerare l’esame data la situazione? ‘Piu’ accelerati di cosi’.. e poi non e’ la spending review che sposta la situazione’. Il suo gruppo ritirera’ gli emendamenti come ha fatto il Pd? ‘Concentrandoci sugli argomenti piu’ rilevanti possiamo scendere a 20 (ora sono 600). Comunque anche lo stesso Governo ha delle correzioni da fare, ma saranno ordinamentali o di correzione del testo’. Tra le possibili modifiche Pichetto Fratin ribadisce la necessita’ di dare piu’ tempo alle Conferenze della autonomie locali di esprimere il proprio parere sugli accorpamenti (fino a fine settembre), oppure rivedere i parametri per il riparto dei tagli alle Province che ‘sono un po’ sballati’. E si starebbe ragionando anche sui controlli delle delibere degli enti locali che dovrebbero essere trasmesse in tempo reale alla Corte dei Conti per una valutazione di sostenibilita’. E gli esodati? ‘Aspettiamo il governo’, taglia corto il relatore.
Anche Giaretta studia la situazione, e sull’ipotesi di ‘mettere il turbo’ spiega: ‘penso sia gia’ un iter assolutamente straordinario e il tempo e’ appena necessario per l’esame degli emendamenti: stiamo gia’ lavorando con un calendario forzato. Se sara’ chiara la volonta’ di collaborazione da parte di tutti i gruppi potremo andare in aula con un testo, quello della commissione, sul quale il governo mettera’ la fiducia’. Ma si ipotizza un terzo decreto spending ad agosto? ‘Al di la della straordinarieta’ della situazione – replica – dobbiamo abituarci a vedere la spending review come un processo continuo’. E modifiche sulla sanita’ come chiede da giorni il Pd? ‘Dobbiamo prendere sul serio il titolo della norma: riduzione ma con invarianza dei servizi ai cittadini’.
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