L’Italia, se non e’ l’unico, e’ senz’altro uno dei pochi paesi rimasti dove il legame con i marchi farmaceutici e’ fortissimo. Negli Stati Uniti e nel resto d’Europa la parola d’ordine e’ incentivare, con i modi piu’ vari, il consumo di farmaci generici. In Inghilterra e’ molto diffuso, anche perche’ i medici imparano gia’ dall’universita’ a prescrivere il principio attivo del farmaco. Secondo un rapporto dell’Austrian Health Institute, tra i 27 paesi dell’Ue, 22 paesi incoraggiano i medici a prescrivere il principio attivo del farmaco, mentre in Estonia, Lituania, Portogallo e Romania e’ obbligatorio.
In particolare, in 23 paesi dell’Ue le assicurazioni socio-sanitarie o i sistemi sanitari hanno introdotto delle linee guida di prescrizione per i generici, e per 9 Stati queste linee guida sono obbligatorie. Quasi tutti i paesi europei inoltre monitorano il comportamento prescrittivo dei medici, che spesso devono spiegare anche il perche’ della loro scelte. ‘In Spagna la prescrizione del principio attivo e’ stata introdotta dall’anno scorso – spiega Michele Uda, direttore generale di Assogenerici – mentre in Francia il medico ha la facolta’ di prescriverlo, ma sono stati siglati accordi con medici e farmacisti che stabiliscono obiettivi per la sostituzione diretta’.
In 21 Paesi dell’Ue inoltre i farmacisti possono sostituire il farmaco con uno equivalente piu’ economico, mentre in Danimarca, Germania, Finlandia, Malta, Svezia e Slovacchia i farmacisti sono obbligati a sostituire il farmaco generico, a meno che il paziente o il medico si oppongano alla sostituzione.
Varie le forme di incentivo previste per stimolare i generici. Secondo un documento della European Generic Medicines Association, su 20 paesi esaminati, 13 (il 65%) hanno forme di incentivi per i generici: economici in 4 Paesi, e restrizioni sul budget di spesa in 5. Secondo i dati del rapporto Osmed, nel 2011 la spesa farmaceutica territoriale (tra farmaci di classe A e C con ricetta e automedicazione) per i generici ha visto il 10% venduto con il nome del principio attivo in Italia (il 90% sono farmaci a brevetto scaduto venduti con nome di fantasia), contro il 40% della Germania e Inghilterra, il 25% del Portogallo e il 23% della Spagna.
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