Alla manifestazione di domani indetta dall’Anci davanti al Senato per protestare contro i tagli previsti dalla spending review dovevano inizialmente partecipare una sessantina di sindaci, quanti fanno parte del comitato direttivo dell’Associazione dei comuni italiani. Ma domani in piazza ce ne saranno molti di piu’, forse anche 2000. ‘Riceviamo continue telefonate di sindaci che ci dicono che vogliono partecipare – spiega Graziano Delrio, presidente dell’Associazione dei comuni italiani e sindaco di Reggio Emilia – la sofferenza e’ forte, ed alta e’ l’aspettativa per l’appuntamento. Tutti comprendono la delicatezza e l’ importanza del passaggio: la spending review, se approvata cosi’ come e’, rischia di essere letale per molti comuni’.
Domani i sindaci, che si sono dati appuntamento alle ore 11 a piazza S. Andrea della Valle, incontreranno il presidente del Senato, Renato Schifani e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. Qualcuno li ha accusati di aver organizzato l’iniziativa un po’troppo sotto data, visto che i tempi già strettissimi dell’esame della spending review si sono accorciati ancora di piú con previsto il via libera dell’aula già giovedí. ‘Non e’ tardi – replica Delrio – il Governo puo’ impegnarsi a lavorare con noi ad agosto e a settembre per tagliare realmente gli sprechi. E’ giusto risparmiare ma non e’ giusto farlo cosi’ ‘a casaccio’, altrimenti si mettono in crisi tutti, sia chi spreca sia chi no, forse di piu’ questi ultimi’.
Delrio vede alla porta la possilita’ concreta che molti comuni vadano in crisi finanziaria: dal 2007 al 2013 – ricorda – tra tagli e risparmi sono gia’ stati chiesti ai comuni 22 miliardi di contributi. Il testo del decreto sulla spending review ‘configura tagli lineari e non interventi puntuali sugli sprechi’. Si tratterebbe, insomma, per il presidente dell’Anci, di "una nuova manovra, che farebbe schizzare al 23% il taglio sulla complessiva spesa corrente del comparto". Il rischio concreto, in questo caso, "sarebbe l’abbattimento dei servizi, l’innalzamento delle tasse o, appunto, il dissesto finanziario di buona parte dei Comuni, che a quattro mesi dalla chiusura definitiva dei bilanci si vedrebbero decurtare voci importanti". Ecco perchè, ribadisce Delrio, "chiediamo al governo di accettare la nostra proposta a favore di una vera lotta agli sprechi: ripartiamo dai costi standard, abbattiamo il costo dei contratti con banche e assicurazioni, individuiamo le precise voci di spesa che costituiscono uno spreco". Il presidente si concentra infine sulle disposizioni del decreto riguardanti le società a partecipazione pubblica: "Ancora una volta siamo davanti a una confusione normativa, che sottende un disegno costante in cui le società pubbliche vengono considerate come centri di inefficienza, e i Comuni come centri di spesa piuttosto che come potenziali volani per la crescita".
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