Oppositori siriani che si addestrano in Kosovo per "preparare secondo il presidente Bashar al Assad un’invasione militare". Magari con le armi che giungono dai Paesi arabi del Golfo grazie al "coordinamento degli Stati Uniti", stando a quanto affermano fonti anonime citate oggi dal Washington Post e prontamente riprese dai media ufficiali di Damasco. La tv di regime aveva già ieri sera, per la prima volta dopo un anno, mostrato tre presunti terroristi islamici – due tunisini e un libico – che hanno "confessato di essersi infiltrati dalla Turchia" grazie "al coordinamento tra al Qaida e l’Esercito libero", la piattaforma dei ribelli anti-regime. Damasco, che da mesi si dice vittima di un complotto straniero messo in atto da Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Stati Uniti, Israele e Francia, ha piú volte evocato la minaccia di al Qaida per dissuadere i Paesi occidentali a intervenire a fianco dei rivoltosi. Secondo anonimi attivisti dell’opposizione siriana all’estero, funzionari Usa e di altri Paesi citati dal Washington Post, nelle ultime settimane i ribelli hanno iniziato a ricevere migliori e maggiori forniture di armi, grazie ai fondi di diversi Paesi del Golfo e al coordinamento di Washington.
Fonti dell’amministrazione Obama hanno tuttavia sottolineato che gli Stati Uniti non forniscono ai ribelli nè armi nè fondi, ma hanno aumentato i contatti con le forze militari dell’opposizione.
Intervistato dalla tv di Stato russa, Assad è di fatto tornato a ribadire che i ribelli e i disertori, cosí come gli oppositori all’estero e in patria, sono tutti terroristi agenti del complotto straniero. Secondo questa equazione, hanno dunque dormito dai "terroristi" e addirittura "sotto la loro protezione" i sei osservatori dell’Onu il cui convoglio era stato colpito ieri da un attacco nella città settentrionale di Khan Sheikhoun. Il generale Robert Mood, comandante della missione Onu in Siria, ha stamani detto che i sei sono stati trattati bene, che erano in un ambiente amichevole e hanno voluto partecipare ai funerali di quattro vittime del bombardamento di ieri.
Poco piú a sud, a Homs, i corpi senza vita e mutilati di 21 persone sono stati rinvenuti oggi nel quartiere Shammas. Testimoni oculari e attivisti hanno attribuito il massacro alle forze fedeli al presidente Assad. Gli attivisti hanno pubblicato un rete filmati amatoriali delle salme. In uno dei video si vedono alcuni corpi con abiti civili insanguinati a terra, alcuni ricoperti con lenzuola altri a viso scoperto. Su alcune salme ci sono dei blocchi di ghiaccio. "Non possiamo seppellirli a causa dell’assedio del quartiere", afferma la voce fuori campo dell’autore del filmato.
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